Belladonna: una lettura leggera in compagnia di Morte

Bentornati sui nostri lidi cucchiaini 🙂 oggi vi parlo di un libro decisamente chiacchierato: “Belladonna” di Adalyn Grace. Prima dell’uscita aleggiava su questo romanzo un’hipe fortissima che non ho mai capito -e continuo a non capire ora che l’ho letto-. Le aspettative sbagliate e l’idea di trovarsi davanti un romance, e non lo young adult mystery che è, ha sicuramente doluso qualcuno, ma la verità è che “Belladonna” è una lettura carina, con zero scossoni, placida e leggera. Uno di quei libri perfetti da alternare a letture più strong.

Belladonna cover per la recensione su Le Tazzine di YokoNel piattino abbiamo
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Belladonna

(Belladonna)
Adalyn Grace
Edito da Rizzoli (22 gennaio 2024)
Pagine 432
€ 18,00 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE

Rimasta orfana ancora bambina, è stata allevata da una serie di tutori tutti interessati più alla sua ricchezza che al suo bene, e tutti defunti prima di poter mettere le mani sulla sua eredità.
Gli unici parenti che le sono rimasti sono gli Hawthornes, un’eccentrica famiglia che vive nella cupa ma ricchissima villa di Thorn Grove. Signa non ci mette molto a scoprire i segreti che gli Hawthornes celano tra le mura della tenuta: mentre il padre piange la defunta moglie organizzando feste sfrenate, il figlio maggiore lotta per mantenere alta la reputazione di una famiglia ormai in declino. Il tutto nascondendo al mondo la figlia minore, affetta da una misteriosa malattia. Quando lo spirito inquieto della donna scomparsa appare a Signa sostenendo di essere stata avvelenata e che l’assassino è ancora tra loro, la ragazza si rende conto che la famiglia è in grave pericolo.
Per scoprire l’identità dell’assassino Signa ha una sola possibilità: allearsi con qualcuno di tanto pericoloso quanto affascinante che è sempre stato al suo fianco, tessendo con lei un legame potente e irresistibile che nessuno avrebbe mai creduto possibile…

QUASI 4 TAZZINE, una lettura più che carina
tazzinaUPtazzinaUPtazzinaUPtazzinaMEZZA+voto in tazzine tazza giù
“Belladonna” è uno young adult dalla scrittura estremamente semplice. Non è un libro dai grandi risvolti e scossoni, è piuttosto una lettura placida e delicata che si legge con piacere e leggerezza. L’autrice unisce un’ambientazione di stampo vittoriano a elementi magici, più cari al paranormal gotico che al fantasy. Lezioni di etichetta e strane morti, crinoline e fantasmi. Un romanzo che ha il pregio di non annoiare, pur essendo estrememamene scontato.

Perché diciamocelo, in questo libro l’aspettativa è quasi zero e si intuisce con largo anticipo dove si andrà a parare, ma riesce in qualche modo a non farlo pesare perché, anche se sai cosa succederà, la storia in sè è carina e la lettura non risulta pesante. Le descrizioni evocative,

Signa è una protagonista che non sono riuscita ad amare, seppur possa decidere davvero molto poco della sua vita. Da quando è nata tutti intorno a lei sembrano morire, i suoi genitori prima e gli svariati tutori dopo, interessati più alla sua ricca eredità e al cospicuo mantenimento elargito per la sua tutela. La vita di Signa è segnata dalla mancanza di amore (l’unica ad averla amata è stata la nonna) e dalla presenza di Morte, una figura indistinta, invisibile a tutti se non a lei, quasi onnipresente. Lei odia Morte per essersi portato via le anime di tutti coloro che conosceva, lo incolpa di tutte le morti e questo è un fattore che ho capito poco… perché posso capire un pensiero del genere da una bambina di 8 anni, ma da una quindicenne no. È chiaro che Morte semplicemente viene a condurre via le anime e che non è coinvolto nelle morti.

La presenza di Morte -e di Sylas più avanti- è l’elemento sicuramente più intrigante del libro, mistero e fascino sembrano aleggiare intorno a lui e il rapporto che via via crea con Signa incuriosisce. Il lato mystery della storia però non è dato solo dalla sua presenza. All’ennesima morte la ragazza verrà presa sotto l’ala degli Hawthornes, una ricca famiglia un po’ eccentrica che è stata recentemente colpita da un grande lutto. Nella tenuta, tanto bella quanto tetra, la signora Hawthornes è morta di una misteriosa malattia e la secondogenita sembra colpita dallo stesso male. È qui che prende via il vero intrigo che vedrà Signa per la prima volta davvero coinvolta, costretta a collaborare con Morte per districare la matassa che c’è dietro la misteriosa malattia.

Il poco lato romance, davvero esiguo, che è comunque presente, è forse la cosa più mal gestita dell’intero libro (ancor più una beffa per tutti coloro che si aspettavano di leggere un romance in grande stile xD). Ho apprezzato alcune cose e decisamente no altre, ma nel complesso questo è un libro che si legge con piacere. Non mi ha trasmesso nient’altro che leggerezza e lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di una lettura semplice e leggera, magari per inframezzarne altre più corpose.

Da qui in avanti…

spoiler
Come già detto, l’intera trama è stata più che scontata. Era ovvio che non c’era da odiare Morte per le tante morti che aleggiano intorno a Signa, era ovvio che lei avesse poteri simili a lui, era ovvio che Morte fosse Sylas, era ovvio che Blythe e la madre fossero state avvelenate e terribilmente scontato che lo fossero state con la Belladonna. Detto questo però i poteri di Signa e il suo non poter morire hanno intrigato. L’offerta poi di unirsi a Morte nel “altro mondo” era molto carina, ma mi ha lasciata perplessa.
Morte vuole che Signa in qualche modo prosegua con la sua vita, una vita piena e gioiosa… ma questo vorrebbe dire anche sposarsi, avere dei figli e poi ricongiungersi a lui alla sua morte per vecchiaia (visto che diversamente non può morire). L’alternativa sarebbe rimanere zitella e continuare la strana relazione saltuaria con Morte, ma la prospettiva sembra davvero poco allettante 😅 non poteva semplicemente rimanere Sylas, unirsi a Signa e scomparire ogni volta che doveva condurre via qualche anima? Come un qualsiasi uomo d’affari che se ne va al mattino e torna la sera?