Review Tour dedicato a “I giorni del ferro e del sangue” di Santi Laganà

Buona sera cuplovers! Questa sera ospitiamo il review dedicato al romanzo storico “I giorni di ferro e sangue” di Santi Laganà.

La vita pacifica della giovane Anna viene distrutta irrimediabilmente quando le voci della sua sfolgorante bellezza giungono fino a Roma e un gruppo di armigeri al soldo del vescovo massacrano la sua famiglia, rapendo suo fratello Martello. Senza più nulla al mondo, Anna sente nascere in sé una rabbia e una determinazione che non credeva di poter provare, parte così all’inseguimento degli uomini che hanno preso Martello, decisa a liberarlo ad ogni costo… riuscirà nella sua impresa disperata?

nel piattino abbiamo:

I giorni del ferro e del sangue

Santi Laganà
Edito da Mondadori (16 giugno 2020)
Pagine 644
€ 19,50 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Patrimonio di San Pietro, 960 d.C.
Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell’Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni.
Anna è una contadina di quindici anni che conduce un’esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l’ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell’ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze.
Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall’oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall’aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma.
Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra Storia, I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un’epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.

Una bella lettura, quattro tazzine tonde tonde
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Un’epoca buia, una Roma derelitta e decadente, in un mondo dove gli uomini sono guidati solo dai loro più bassi istinti come potrà mai una ragazza sola riuscire a liberare l’unico parente rimastole dalle grinfie di una chiesa corrotta e degradata?

Santi Laganà descrive con crudezza un’epoca oscura dove l’antico splendore di Roma è ormai perduto e sul soglio di Pietro siede un papa giovane e corrotto. Anna si ritrova sola in un mondo spietato dove sembra che nessuno o quasi sia capace di provare sentimenti umani quali la gentilezza o anche solo un pizzico di pietà. Cresciuta in un appezzamento di terra isolata con la sola presenza dei suoi famigliari, la povera Anna dovrà ben presto fare i conti con la dura realtà. Se vuole ritrovare suo fratello dovrà essere disposta a sporcarsi le mani e non potrà sfuggire a un destino che sembra ineluttabile.

Se non sopportate i libri crudi, Giorni di ferro e sangue non fa davvero per voi. Credo di non aver mai letto un romanzo con altrettante scene di stupro ai danni della protagonista sono talmente tante che, a un certo punto, non è solo Anna a rassegnarsi a questa evidente realtà ma anche il lettore e, in qualche modo, diventa una prospettiva ineluttabile. Onestamente trovo che l’autore abbia davvero calcato un po’ troppo la mano su questo aspetto. Certo, il medioevo era un’epoca davvero dura per le donne, ma non solo la povera Anna viene stuprata brutalmente più volte, anche i personaggi maschili si ritroveranno a patire torture e stupri, sia da parte di uomini che di donne, per questo devo dire che, a mio avviso, trovo questa continua violenza perpetrata ai danni dei protagonisti un po’ troppo accentuata nonostante il romanzo sia ambientato nel medioevo.
Sulla sua strada Anna troverà, per fortuna, anche delle persone disposte ad aiutarla. Il primo a schierarsi dalla sua parte è il cavaliere Arnolfo a cui si uniranno il giovare Furio e il vecchio Ezio. Il personaggio che spicca di più per simpatia e arguzia è proprio Ezio. Oratore nato, colto e furbo, nonostante l’età avanzata, sarà proprio lui a trarre più volte d’impaccio i suoi compagni grazie ai suoi piani, alla vivace parlantina e alle sue innate capacità attoriali.

Oltre al disperato tentativo di Anna di salvare il fratello, il romanzo si concentra sulla situazione politica italiana tra intrighi, alleanze precarie e spie. Arnolfo è infatti al servizio del re d’Italia, Berengario d’Ivrea che è deciso (o, almeno, sembrerebbe propenso a farlo) ad attaccare lo stato pontificio per deporre un papa corrotto e spregevole la cui principale occupazione sembra essere quella di catturare giovani ragazzi e ragazze di bell’aspetto per il suo diletto personale. Il papa, d’altro canto, ha chiesto ad Ottone di Sassonia di proteggerlo da Berengario anche a costo di lasciare che il papato perda la propria autonomia finendo sotto il controllo della Sassonia mettendo così a repentaglio la vita di moltissime persone. Quale destino attende lo Stato Pontificio?

Spie improbabili, accordi segreti, la minaccia saracena, fughe rocambolesche e azioni disperate si intrecciano abilmente in Giorni di ferro e sangue regalando al lettore un affresco crudo e accurato di un’epoca storica in cui i valori morali sembrano scomparsi e dove il potere è in mano a pochi sempre pronti ad opprimere il popolo sotto la sferza crudele della povertà più nera. Giorni di ferro e sangue si è rivelato una lettura a volte fin troppo cruda, ne ho divorato le pagine nella speranza che, alla fine, Anna e i suoi leali compagni riuscissero a salvare il povero Martello prima che le torture lo uccidessero o che lo spezzassero troppo profondamente… ci saranno riusciti? Se volete scoprirlo non vi resta altro da fare che cominciare a leggere Giorni di ferro e sangue e calarvi nella Roma decaduta e senza speranza descritta tanto vividamente da Santi Laganà.

Vedo solo miseria e disperazione in giro. Ferro e sangue.”

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Il finale riesce a essere molto amaro ma anche a regalare un filo di esile speranza al lettore. Martello è salvo ma tutte le torture subite hanno lasciato profondi segni sia sul suo corpo che sulla sua mente, si spera che, pian piano, riesca a riprendersi ma non è certo… Anna riesce ad ottenere vendetta quando la strada del barone Guido incontra quella dei saraceni che l’hanno brutalizzata più volte e il crudele Baal incontra una morte violenta (un briciolo di giustizia, almeno quello) ma, proprio quando cominciavo a pensare che Anna avrebbe potuto avere un lieto fine al fianco di Furio… ecco che il ragazzo muore nell’assalto al castello del barone. Mi è spiaciuto davvero molto, Furio era un personaggio positivo, abbastanza ottimista, un bravo ragazzo e sembra che la sua morte voglia sottolineare come, in quest’epoca cupa, fossero quasi sempre i malvagi e i prepotenti a risultare vincitori.
Dopo aver assicurato ad Anna e al fratello un futuro, per quanto possibile, sereno, il buon Arnolfo, ormai disilluso circa le possibilità del suo re di sconfiggere i nemici decide di raggiungere gli antichi possedimenti della sua famiglia e provare a ricostruirsi una vita. Arnolfo rappresenta uno dei pochi personaggi davvero positivi del libro: ha aiutato Anna senza nessun secondo fine e ammetto di non capire perché abbia deciso di separarsi da lei invece di restare al suo fianco… Il libro si chiude, per fortuna, dopo tanto dolore, sangue e morte con un avvenimento positivo. Anna ritrova il buon padre Giuliano, il suo primo benefattore. Adesso Anna può contare non solo su un lavoro e sulla presenza del fratello ma anche su padre Giuliano. Il finale infonde un minimo di speranza nel lettore, dopo tanto dolore e peripezie, Anna potrà avere un futuro sereno… si spera.

I giorni del ferro e del sangue è stata una lettura impegnativa, appassionante ma anche, a tratti, parecchio desolante, inutile sottolineare che, fino all’ultimo, ho sperato in un futuro più felice per Anna, possibilmente al fianco di Furio… L’autore ha scritto un romanzo il più possibile realistico decidendo di narrare di un’epoca di cui si sa relativamente poco e di cui ci sono poche fonti scritte, non posso che apprezzare tutto l’immenso lavoro che c’è a monte di questo romanzo che ha saputo appassionarmi e farmi immergere in un’epoca lontana. Se vi piacciono i romanzi storici e non siete troppo impressionabili, vi consiglio la lettura di questo romanzo.