Intervista a Jessica Sartori, autrice di “Milva Punch e il giornottano d’acqua”

Ciao a tutti!
Oggi per la rubrica una bevuta in compagnia vi presentiamo Jessica Sartori, una autrice italiana che ha scritto il romanzo fantasy “Milva Punch e il giornottano d’acqua”, pubblicato per Linee Infinite Editore nel 2013.
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Milva Punch e il giornottano d’acqua

Edito da Linee Infinite
Pagine 338

TRAMA DELL’EDITORE
Avete mai sentito parlare del tetraspazio? Questa storia ha luogo proprio in uno dei mondi che si intersecano al nostro, un mondo straordinario e divertente, in un’altra dimensione, dove anche le piante sono dotate di intelligenza e hanno grandi poteri. All’Asflofaunottario di Ricerca e Riabilitazione di Pineappleplant, in un castello segreto, trovano rifugio animali e vegetali in via d’estinzione, vengono curati giornottani che hanno perso la fantasia, la gioia, l’amor proprio ed i loro poteri magici e ricercatori si adoperano per salvare il pianeta. La quindicenne Milva Punch scopre di essere diversa da tutti gli altri giornottani solo quando viene assunta dal direttore dell’Asflofaunottario, Zefiro Lieto, per ricoprire il ruolo di ricercatrice. Già dal primo giorno, Milva capisce di poter parlare con la maestosa Pineappleplant, una pianta magica e prodigiosa che garantisce abbondanza, salute, pace e protezione, da centinaia di anni. Una notte, però, la Pineappleplant viene violata. Una minaccia incombe sull’Asflofaunottario e sull’intero pianeta. Nonostante Milva debba affrontare una profonda crisi personale, cercare sé stessa nella storia e riscrivere il suo passato, con il prezioso aiuto e l’amore dei suoi amici, Efrem e Charlene, scopre la realtà sulla Pineappleplant e comprende la complessità del suo immenso potere. E, con lei, scopriremo che tutti abbiamo, in noi, il potere più grande. Età di lettura: da 10 anni.

BIOGRAFIA di Jessica Sartori:
Nata a Bussolengo (VR) il 05/07/79, ho sempre vissuto a Peschiera del Garda, anche dopo il matrimonio. Seconda di tre sorelle, ho conseguito la maturità scientifica e, da allora, mi occupo di buste paga in uno studio di Sirmione (BS). Adoro gli animali e vivo con tre gatti e una cagnolina.
Amante della natura e dei libri, ho scritto questo romanzo fantasy per infondere, nei ragazzi e negli adulti, la consapevolezza che l’amore ed il rispetto della natura e di noi stessi, sono gli ingredienti dell’unica pozione in grado di salvare il nostro mondo.

Intervista a Jessica Sartori A CURA DI VALY

  • Chi è Jessica Sartori? Presentati ai nostri lettori!
  • Ciao a tutti, sono Jessica, ho 35 anni, vivo nella bellissima Peschiera del Garda e lavoro in uno studio di commercialisti da 15 anni. Sono sposata, ho una cagnolina e tre gatti. Amo gli animali e l’ambiente.

  • Come ti sei avvicinata alla scrittura e perché?
  • Ho sempre amato leggere e scrivere e, inizialmente, scrivevo poesie. Ma tutto cambiò quando lessi l’ultima parola dell’ultimo romanzo della saga di Harry Potter. Mi sentii improvvisamente sola, come se i personaggi, che per tanto tempo mi avevano accompagnata, mi avessero lasciata e, così, decisi di dar vita a nuovi personaggi, tutti miei, che sarebbero stati, così, sempre con me. Nacque così Milva Punch, i suoi amici e il mondo di Pineappleplant.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura? E alla lettura?
  • 10698555_10204784948446596_6380469277638575218_n“Milva Punch e il giornottano d’acqua” e il seguito, il secondo capitolo della trilogia, sono stati scritti in ogni momento libero della giornata, quindi, in pausa pranzo e la sera tardi, anche di notte. Per quanto riguarda la lettura devo ammettere che, ultimamente, riesco a leggere meno, la stessa cosa vale per la scrittura, e mi dispiace molto. Comunque, dipende sempre dalla capacità dello scrittore di coinvolgermi; ci sono libri che leggo in due giorni, altri in un mese e, se posso essere sincera, ce ne sono alcuni dei quali ho letto poche pagine perché non sopporto la cattiva punteggiatura e la carenza di solide basi grammaticali. Mi è stato detto che scrivo un po’ arcaico ma che “mi passerà” quando sarò più “navigata”. Per me il rispetto delle regole grammaticali è doveroso, non arcaico e, rivolgendomi ad un pubblico giovane, il mio intento è proprio quello di far riscoprire una scrittura rispettosa delle basi della nostra meravigliosa lingua, facendo rivivere i congiuntivi, i trapassati remoti e i pronomi personali usati correttamente (ormai non li usano più nemmeno gli scrittori, tanto meno i giornalisti).

  • Quali sono i tuoi generi preferiti?
  • Il poliziesco e il thriller psicologico.

  • Scrivi giornalmente o solo quando sei ispirata?
  • Ho sempre scritto giornalmente. Con il terzo e ultimo capitolo della saga di Milva Punch mi sono fermata. Forse mi blocca la consapevolezza che, quando scriverò l’ultima parola dell’ultimo romanzo della saga, anche questi amici mi lasceranno.

  • Immaginiamo che tu stia per scrivere un nuovo romanzo, come inizi e come prosegui? Da dove ti viene l’ispirazione?
  • L’ispirazione arriva sempre da un libro, un film, un articolo letto su un giornale. È come se la mia mente venisse bombardata e travolta da continue idee, immagini, flash che, poi, traduco in una prima linea guida della storia. Sto lavorando anche ad un altro romanzo, ambientato in un futuro prossimo. L’idea è nata dopo aver visto un film ma le idee sono arrivate per settimane, una dopo l’altra, fino a quando ho costruito l’ambientazione, il contesto storico culturale, gli usi e i costumi, le infrastrutture di un mondo futuristico ma molto diverso da quello che ci immaginiamo. Il personaggio principale nasce subito, come la scelta molto accurata del nome e, poi, arrivano tutti gli altri personaggi. La storia prosegue e cresce man mano che scrivo, lasciando parlare e vivere le mie creature come fossero dotate di una loro volontà.

  • Parlaci del tuo romanzo “Milva Punch e il giornottano d’acqua”. Come è nato e cosa si può aspettare una persona che si appresta a leggerlo?
  • [custom_frame_right]una bevuta in compagnia sul blog letterario de le tazzine di yoko - interviste[/custom_frame_right]Volevo scrivere un fantasy diverso dal solito. Solitamente i protagonisti sono ragazzi normali che scoprono, dopo un avvenimento improvviso, di avere doti particolari. Milva Punch e tutti i giornottani, gli abitanti del mondo del quale parlo, invece, sono dei maghi fin dal momento della loro nascita. Non vanno a scuola per imparare ad usare la magia ma vanno a scuola per recuperarla. I giornottani di qualsiasi età iniziano a frequentare il triennio di scuola presso il meraviglioso castello di Pineappleplant quando perdono i loro poteri magici cioè quando smettono di credere nei loro sogni, quando perdono la fiducia in sé stessi, quando smettono di amare. Nel mondo dei giornottani non ci sono vampiri e draghi ma ci sono piante dalle straordinarie virtù, dotate di parola o di magici ed incredibili poteri. In questo mondo, come nel nostro, la minaccia più grande è l’inquinamento, la deforestazione, il bracconaggio che sta portando numerose specie animali e vegetali all’estinzione. Nell’enorme parco del castello trovano rifugio animali e piante rare, ormai quasi completamente estinte nel resto del mondo. Milva Punch è una scienziata che lavora al castello per salvare il pianeta dall’inquinamento, trovare nuove fonti d’energia rinnovabili e inesauribili, progettare e costruire fantastici marchingegni per utilizzare queste preziose fonti energetiche pulite. Chiaramente, come in tutte le storie che si rispettino, un evento provocherà la rottura dell’equilibrio, una forza malefica arriverà a minacciare il castello, i giornottani e l’intero pianeta. Prima di ristabilire l’equilibrio e la pace, la protagonista scoprirà la verità sul suo passato e dovrà superare una profonda crisi interiore. Milva, infatti, non è una super eroina ma una giornottana che ha difetti e paure come qualsiasi ragazza umana.

  • Quali difficoltà hai incontrato durante il periodo di stesura e successiva revisione?
  • La prima bozza è stata scritta in circa sei mesi. La revisione è durata un anno perché ho dovuto lasciar decantare la mia opera. Nel senso che ho dovuto staccarmi per un po’ dai miei personaggi per, poi, tornare a definirli maggiormente, dando loro più carattere e sentimento. È un po’ come se fossero stati delle statuine di legno. Prima, con lo scalpello, li ho abbozzati e li ho messi su un ripiano. Dopo qualche mese li ho ripresi in mano e li ho rifiniti con uno strumento di precisione, ammorbidendoli, arrotondandoli, dotandoli di piccoli ed elaborati fregi e, infine, li ho colorati con un piccolo pennellino arricchendoli di sfumature leggere ma importanti. Grazie a questo difficile lavoro i miei personaggi ti entrano nel cuore e diventano dei buoni compagni.

  • Quali pensi che siano i punti di forza del tuo libro, gli elementi che hanno portato le persone a incuriosirsi e quali gli eventuali punti di debolezza?
  • biscotti al cioccolatoIl romanzo è scorrevole, immediato, i personaggi ti entrano subito nel cuore, la scrittura è quasi cinematografica, riesci a vedere nella mente tutto quello che viene descritto, con estrema facilità, come se ti trovassi davanti ad uno schermo. La storia è incalzante e coinvolgente. Nel libro vengono affrontate tematiche di immediata importanza come quelle ecologiste ed ambientaliste. I punti di debolezza sono essenzialmente due: i pochi mezzi a disposizione per farlo conoscere e il fatto che il libro passi per un romanzo per soli ragazzi. Certo è indirizzato soprattutto a loro perché sono convinta che la salvezza del mondo sia proprio nelle mani dei giovani d’oggi che, solo se messi a conoscenza dei gravi problemi ambientali, lotteranno per i diritti dei più deboli e per salvare l’ambiente, ma il libro è perfetto per ogni età.

  • Cosa pensi dei concorsi letterari? Partecipi a qualcuno di essi?
  • Non ho ancora partecipato. È la casa editrice, Linee Infinite che, solitamente, iscrive i libri ai concorsi. Sarebbe un onore partecipare e vincere, per me, sarebbe come vincere alle Olimpiadi!

  • Ti potremo leggere a breve in qualche altro romanzo o racconto? Nuovi progetti?
  • Il seguito di “Milva Punch e il giornottano d’acqua”, del quale non posso ancora rivelare il titolo, uscirà a breve.

  • Che consigli daresti a una persona che ha un romanzo nel cassetto e che vuole provare a pubblicarlo? Consideri il selfpublishing come una buona opzione?
  • Il mio consiglio è quello di non tenerlo nel cassetto. Io ho impiegato mesi a trovare la casa editrice che fosse disposta a pubblicare romanzi di esordienti, la Linee Infinite ma non ho mai smesso di cercare. Un esordiente deve credere in sé stesso e nel suo lavoro senza essere supponente o sentirsi arrivato. L’umiltà e la volontà di migliorare sono importantissimi se si vuole pubblicare! Se una casa editrice rifiuta il manoscritto, miglioralo, insisti, fai crescere i personaggi, rendili più umani che puoi. La cosa più importante è crescere e migliorare.
    Non mi intendo di selfpublishing e, anzi, vorrei documentarmi maggiormente su questo modo di pubblicare. Penso sia interessantissimo e valido. L’importante è la qualità di ciò che viene pubblicato, il messaggio che viene trasmesso, non certo il fatto che venga pubblicato da una casa editrice o dall’autore stesso.

  • In conclusione, ti ringrazio per la disponibilità e la gentilezza e ti auguro in bocca al lupo per tutto!
  • Grazie a voi per avermi dato la possibilità di parlare del mio romanzo! Solitamente non parlo così tanto di me e mi scuso se sono stata prolissa ma voi mi piacete un sacco! Grazie ancora e buona lettura a tutti!!

    [ Sul sito dell’editore potete leggere un estratto del libro di Jessica, fateci sapere cosa ne pensate!]

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