L’ultimo ballo: recensione al libro di Isabella Izzo

Cari cucchiaini, finalmente è giunta la primavera e, mentre i fiori sbocciano nei prati, per me è tempo di nuove letture e nuove recensioni.
Il libro di cui vi parlo oggi è il primo della trilogia Grimorius Saga e si intitola “L’ultimo ballo”, la cui autrice, Isabella Izzo, è una giovane scrittrice italiana che ha già all’attivo altre pubblicazioni (prevalentemente in self-publishing), fra cui il suo romanzo storico “La schiava dei Tudor”.

nel piattino abbiamo:

L’ultimo ballo

Isabella Izzo
Selfpublishing (6 dicembre 2019)
pagine 223
€ 10,88 cartaceo – € 3,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Eremo di San Salvatore
Monte Maggiore dei monti Trebulani. Italia meridionale. 1320: uno strano ritrovamento mette in subbuglio la vita del piccolo monastero. Morti e sparizioni tra i fratelli distruggono la quiete della routine quotidiana. Ma il priore è deciso a riportare l’ordine nella sua comunità monastica a ogni costo, mettendo da parte persino il buon senso e andando contro i sacri valori in cui lui stesso ha sempre creduto.

Borgo di Casa Hirta
Un giovane di nome Guglielmo si gode spensierato la sua vita e il suo appassionato amore.
Non sa che presto ogni cosa cambierà. Non sospetta delle trame che si stanno intessendo nell’oscurità e che distruggeranno la sua vita cambiando la sua strada. Perché c’è qualcosa che unisce Guglielmo al vecchio priore. Una storia che egli ancora non conosce e che ebbe inizio prima della sua nascita. Una storia che il priore non ha dimenticato e che userà per salvare la sua comunità.


3 TAZZINE E MEZZO: una lettura non “bella”, ma comunque con qualcosina di piacevole

Come chi mi segue su GoodReads già saprà, ho letteralmente divorato questo libro, letto in sole due serate, come evasione dalle brutte notizie quotidiane che ormai ci affliggono da più di un anno. Vi chiederete come sia possibile che una storia che mi ha tenuta incollata alle sue pagine riceva solo 3 tazzine di rating… è presto detto: il libro è molto scorrevole ma non mi ha entusiasmato così tanto. È indubbiamente godibile “ma”. E i “ma” in questo caso sono tanti e, seppur non vadano a scalfire la scorrevolezza della storia, mi hanno lasciato perplessa quando, alla fine della lettura, sono andata a tirare le somme. Diciamo che ho aggiunto una mezza tazzina alla mia valutazione, come incoraggiamento alla scrittrice – che ha sicuramente del potenziale – ma che, secondo il mio modesto parere, dovrebbe osare di più.

Andiamo con ordine. La vicenda si apre nella notte nell’eremo di San Salvatore, dove troviamo un priore e uno dei suoi confratelli, fratello Antonino, che esplorano una galleria apertasi nella roccia di un piccolo santuario naturale: giunti sul fondo del cunicolo principale, troveranno due antiche pergamene e un piccolo grimorio che però verrà immediatamente rubato. L’inizio del libro ci trascina quindi subito nel mistero: chi ha rubato il libricino? Quali rituali conterrà? Come faceva il ladro a sapere che i due frati si sarebbero recati proprio quella notte all’interno della caverna?
Nel corso della storia, queste domande troveranno risposta benché, l’individuazione del colpevole e il confronto con esso siano stati, secondo il mio giudizio, risolti in modo troppo affrettato, lasciando quindi il lettore con l’amaro in bocca.

Inoltre, sfogliando le prime pagine, mi è tornata alla mente la lettura di un altro romanzo, un’opera di grandissimo livello, scritta da Eco. Avete intuito a cosa stia facendo riferimento? Già, proprio a “Il nome della rosa” e ai suoi due protagonisti, Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk. L’ambientazione e il rapporto tra i personaggi me l’hanno richiamato subito alla memoria. Chiaramente, le similitudini finiscono qui: “L’ultimo ballo” è rivolto a un diverso target di lettori e non ha altre caratteristiche in comune con il capolavoro indiscusso di Eco.

Parallelamente agli eventi che si svolgono nell’eremo, seguiremo anche la vicenda ambientata nel borgo di Casa Hirta, dove un giovane fabbro, Guglielmo, vive la sua storia d’amore con Margherita, una ragazza benestante.

Vi chiederete come mai vi siano due storie così diverse e come sia possibile intrecciarle tra loro; l’autrice, all’inizio, ha risolto la questione semplicemente sfruttando un personaggio, Scricciolo, che si trasferirà dall’eremo al borgo, finendo per vivere a casa di Guglielmo.
Ma Scricciolo non sarà l’unico personaggio ad arrivare a Casa Hirta. Il cross-over tra i due luoghi e gli intrecci si intensificheranno nel corso della trama e ci porteranno ad avere anche un paio di piccoli colpi di scena. L’impressione che si ha della lettura in generale è che sia un po’ tutto sottotono: persino i colpi di scena in realtà sono intuibili già pagine e pagine prima e non movimentano a sufficienza la narrazione.

La cosa che mi ha più lasciato l’amaro in bocca poi è stata la scarsissima caratterizzazione dei personaggi, tutti trattati con troppa superficialità, tanto che risulta difficile simpatizzare con qualcuno o stabilire una connessione empatica. A tratti risulta anche difficile capire il perché delle scelte di alcune azioni. Non so, ho come l’impressione che l’autrice abbia imbastito il canovaccio ma non si sia poi soffermata a un buon livello di approfondimento. Ed è un peccato, perché se sviluppata adeguatamente, la storia avrebbe potuto essere ben più lunga e intrigante. E forse avrebbe potuto interessare un più ampio pubblico: perché, per esempio, non approfondire la relazione amorosa tra Guglielmo e Margherita? Le amanti del romance avrebbero sicuramente apprezzato.

Facendo bene i conti quindi possiamo dire che l’avventura si snoda lungo due filoni narrativi che ci porteranno alla fine a dipanare la matassa dell’intera vicenda… più o meno! Rimangono infatti irrisolti diversi interrogativi che spero troveranno soluzione nei prossimi volumi della saga.

Le aspettative nei confronti della tetralogia di Grimorius sono alte, chissà se verranno soddisfatte! Nonostante i difetti di cui vi ho parlato non riesco a sconsigliarvi questa lettura, è tutto sommato piacevole e non impegnativa, perfetta per un weekend di relax sulla nostra poltrona preferita, sorseggiando un buon tè, magari alla menta, per aggiungere quel brio che manca un po’ alle pagine.

Vi anticipo già che “L’ultimo ballo” è il primo libro che ho letto di questa scrittrice e che attualmente sto procedendo col secondo volume della saga, “La ragazza di neve”.

GRIMORIUS SAGA

  1. L’ultimo ballo
  2. La ragazza di neve
  3. Il mercante di amuleti