Terzo appuntamento con la special guest di gennaio: intervista a Francesca Angelinelli

Buon giorno cuplovers! Oggi per la nostra rubrica “una bevuta in compagnia” ospitiamo la special guest di gennaio: Francesca Angelinelli. Vi ricordo che il fortunato vincitore/vincitrice di gennaio si porterà a casa il suo romanzo in edizione cartacea.

Benvenuta nel nostro angolino virtuale Francesca. Parlami di te: chi è Francesca? Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?

Ciao a tutti!
Sono Francesca e sono un’appassionata di Giappone, anime&manga, cultura orientale, film wu-xia e fantasy, ovviamente.
Ho iniziato ad appassionarmi alla lettura, prima, e poi alla scrittura fin da quando ero molto piccola, ma negli anni dell’università ho potuto approfondire questa mia passione e ho finalmente deciso di provare a scrivere un romanzo e non più solo racconti brevi.

Il tuo romanzo Chariza – il soffio del vento è ambientato nel regno dello Si-hai-pai. Ti va di parlarmi di questo luogo? Ci sono altri tuoi romanzi ambientati in questo regno?

Lo Si-hai-pai, anzi l’universo Ryukoku, nascono dal mio desiderio di leggere romanzi con ambientazioni orientali, di vedere anime e manga ispirati alla storia e alle tradizioni del Giappone antico e dalla mia passione per i film wu-xia. Tutte cose in Italia vediamo poco, quindi un bel giorno ho deciso che mi sarei scritta da sola le storie che volevo leggere. Così è nata Chariza, protagonista di questo romanzo e di una serie di racconti, e l’universo nel quale si muove e dove ho poi ambientato altre storie come Haibane – ali di cenere o la serie delle Cucitrici.
Lo Si-hai-pai è un Impero complesso, diviso al suo interno in alcune provincie e feudi, ispirato molto alla Cina antica, ma anche al Giappone e alla Corea. È un regno guidato da un Imperatore discendente diretto della Dea Sole, divinità principale del pantheon sipalese, e chiamato Drago d’Oro. L’Imperatore, infatti, è consigliato nel governo dell’Impero da quattro figure, dette Draghi, che hanno stretto un patto, spesso per scelta ultraterrena più che per loro volontà, con quattro creature mitologiche che infondono in loro alcuni poteri speciali e che permettono a questi Draghi di difendere l’Impero in caso di bisogno. Ogni Drago ha un suo santuario, situato su una Montagna sacra, dove addestra monaci e/o guerrieri per sostenere l’Imperatore nel suo compito di governare la nazione.
È un regno feduale, nel quale molta importanza hanno anche i soldati e i guerrieri che offrono i loro servigi sia alla famiglia Imperiale sia ai signori locali.

Chariza, la protagonista, è afflitta da una maledizione davvero originale: la maledizione di avidità… ti va di parlarmene? In cosa consiste? E, in che modo, la maledizione influisce sul comportamento di Chariza? Come mai, tra tutte le maledizioni possibili hai scelto proprio questa?

Iniziamo dalla fine. La maledizione di avidità nasce dal mio personale bisogno di soldi. Nel 2003 infatti ero in cerca di un lavoro e mentre scrivevo di Chariza mi è venuta in mente questa particolare maledizione che la spinge a desiderare “tutto ciò che è raro e prezioso”. Quindi non solo oro, anche se con l’oro lei riesce per molto tempo a tenere a bada tale maledizione, girovagando anche oltre i confini dell’Impero e offrendosi come mercenaria. Tuttavia, la maledizione di Chariza è piuttosto subdola e spesso la spinge verso oggetti o persone che… e qui mi taccio.

Al fianco di Chariza ci sono altri due personaggi molto importanti per la nostra Combattente: Yukai e l’imperatore Yoshio. Ti va di parlarmi di loro?

Yukai Kurashi e Yoshio Ryokin sono ancora tra i personaggi maschili che preferisco, tra tutti quelli che ho creato negli anni.
Yukai si presenta come un fanfarone, un soldato che pensa più al bere e alle donne che al suo dovere, un uomo che, benché inserito nell’esercito imperiale, pensa più a se stesso che al bene comune. In realtà, Yukai hai alle spalle una famiglia non proprio delle migliori… cioè, sono nobili e il feudo dei Kurashi è uno dei miei posti preferiti nello Si-hai-pai per tutta una serie di motivi, ma suo padre non è esattamente in lizza per il premio “padre dell’anno”. Yukai, quindi, mi piace perché dietro alle maschere che indossa nasconde un mondo interiore incredibilmente complesso e profondo.
Yoshio Ryokin… eh, che dire? Dimostra come essere l’erede di un grande impero non sia sempre esattamente una fortuna. Non ha una vita, praticamente. Ogni sua scelta, ogni sua decisione, ogni momento della sua esistenza deve sottostare non solo alle regole della corte, ma anche al bene dell’Impero. E io ho sempre pensato che la sua forza stesse proprio nel fatto di riuscire ad essere l’Imperatore senza dare di matto.
L’onore e il dovere sono forse tra i due capisaldi di questa storia e di questo mondo e Yukai e Yoshio li rispecchiano a pieno.

C’è un personaggio di cui, arrivata alla fine del libro, avrei voluto sapere più cose. Hai mai pensato di scrive un racconto sul passato del Drago Bianco? O, forse, è già in lavorazione? Parlami di questo personaggio, dei suoi desideri e del suo legame con Chariza: ha mai provato affetto per lei?

Il Maestro rimane spesso nell’ombra e ho accarezzato più volte l’idea di scrivere dei brevi racconti sull’infanzia e sull’adolescenza di Chariza nei quali indagare anche il rapporto con lui. È un personaggio molto ambiguo. Non posso rispondere alla tua ultima domanda senza svelare troppo, ma penso che ci sia in lui una buona dose di egoismo e tuttavia anche una certa quota di ribellione a un sistema, incarnato perfettamente invece da Midori, il Drago Verde, che intrappola le persone.

Kageboshi, la spada di Chariza è ben più di una semplice lama… in che modo la spada aiuta Chariza a trattenere l’avidità?

È il senno della sua mente. Come recita il giuramento delle Combattenti della Trasparenza.
Qui entra molto in gioco la filosofia, ispirata moltissimo a quella dei samurai dell’antico Giappone, che sta dietro alla storia. Kageboshi è una spada magica, senza dubbio, ma la sua magia non ha molto a che fare con la maledizione di Chariza. La spada rappresenta l’ancora di salvezza di Chariza perché è il simbolo del suo giuramento, è ciò che la tiene legata alla realtà, a ciò che lei è davvero, a quei concetti di dovere e onore che sono tutto ciò che non la fa impazzire.

Hai mai pensato di scrivere un finale leggermente diverso per Chariza e Yukai?

No, perché in un mondo come quello non ci poteva essere per loro un altro finale. L’onore e il dovere muovono Chariza dall’inizio alla fine della storia e lei non avrebbe mai tradito i suoi principi per mero egoismo, nemmeno per essere felice. Che poi, sarebbe stata davvero felice?

Potresti scegliere una citazione dal tuo romanzo e condividerla con i nostri lettori?

Ti direi la frase finale, ma rovinerei la sorpresa…
Allora, questa. Una delle mie scene preferite.

Chariza allungò una mano. I fiocchi di neve cominciarono a depositarsi sul suo palmo come petali bianchi.
«Un’ombra di gelo» sussurrò lei.
Lentamente, la neve che, sulle mani di qualsiasi altro essere umano, si sarebbe sciolta al contatto con il calore emanato dal corpo, cominciò a posarsi come avrebbe fatto su una gelida roccia.

Stai lavorando a qualche nuovo progetto attualmente?

Purtroppo devo rispondere no, perché ho iniziato un nuovo lavoro che mi prende molto tempo ed energie. Ma i progetti non mancano: terminare i racconti sequel de Il Soffio del vento e un romanzo su Aiko, concludere la Trilogia delle Fate e scrivere dei romanzi autoconclusivi ambientati nella Tokyo dei giorni nostri.

Tutte cose interessanti 🙂
E dopo questa ultima domanda si conclude la nostra intervista, grazie di essere stata con noi!