La teoria del tutto – recensione al film sulla vita di Stephen Hawking
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Ciao a tutti,
sono andata al cinema a vedere il film “La teoria del tutto”, uscito il 15 gennaio nelle sale italiane e diretto dal regista premio Oscar James Marsh, che racconta la storia di Stephen Hawking, non solo grande genio della fisica, scopritore della Teoria dei Buchi Neri e studioso dell’universo, ma anche grande uomo, che è stato messo a dura prova dalla vita ma che non mai smesso di lottare, di sorridere e di amare.
E’ un film che prende lo spettatore emotivamente, lo fa confrontare con ostacoli che paiono insormontabili e gli mostra che “finché c’è vita, c’è speranza”, come afferma lo stesso protagonista.
nel piattino abbiamo:
love story / contemporaneo / biografico
La teoria del tutto
(The theory of everything)
REGIA DI James Marsh (15 gennaio 2015)
durata 1h 23min
Il mio voto è di
Colpito da giovane dalla malattia del motoneurone che lo debilita sempre più fisicamente fino ad arrivare a una immobilità quasi completa, Stephen Hawking (Eddie Redmayne) vede crollare da un momento all’altro ogni suo sogno di carriera e di famiglia, distrutto dalle parole di un medico che gli dà solo sue anni vita. Appena ventunenne, Hawking è uno studente universitario che cade in depressione, allontana gli amici e la ragazza con cui aveva iniziato a uscire, Jane (Felicity Jones), capendo di non riuscire più a camminare e a muovere le mani come vorrebbe.
Di cruciale importanza è proprio Jane Wilde, che non si lascia atterrire dalla shoccante notizia della malattia di Stephen, ma inaspettatamente si dichiara a lui dicendogli di amarlo e di volergli restare accanto per sempre. Jane dà una prova di amore vero, sincero e infinito verso quel ragazzo sfortunato e già condannato. La ragazza sa che il tempo è contro di loro e sa che perderanno, sa che la vita si trasformerà pian piano in un inferno, ma non riesce ad abbandonarlo, il suo cuore è ormai con lui e vi resterà fino alla fine dei suoi giorni.
Stephen e Jane si sposano, vivono una quotidianità poco normale, attraversando difficoltà su difficoltà, ma riescono a fare tre figli sani e a crescerli insieme. Come se non bastasse la malattia del motoneurone, Hawking ha poi un episodio fulminante di polmonite a causa del quale deve essere sottoposto a una tracheotomia permanente, con conseguente perdita della voce, per sopravvivere. Determinante è la moglie Jane, che dà il consenso al medico di fare tutto il necessario per salvare la vita all’uomo che ama. Stephen vive, ma non riesce più a esprimersi se non tramite il movimento oculare e per questo Jane è costretta ad assumere Elaine, una infermiera che si occupi con costanza di lui e che gli insegni a comunicare di nuovo.
Hawking conosce successivamente un tecnico di Cambridge che gli costruisce un sintetizzatore vocale, in grado di convertire in suono ciò che lui scrive su un apposito computer. Il matrimonio con Jane dura tanto, ma poi finisce poiché lei si innamora di Jonathan, un uomo che li aiuta molto nel corso degli anni e nel contempo lui si innamora dell’infermiera Elaine, con cui acconsente a viaggiare fino in America e che infine sposa.
Stephen aveva un’aspettativa di vita di soli due anni e invece ne vive molti di più ed è tutt’ora in vita, anche se in una condizione che la maggior parte di noi non riuscirebbe a reggere. Le sue condizioni fisiche, sempre più limitanti, non gli hanno impedito di continuare a documentarsi sull’universo, a cercare quell’unica equazione elegante che spieghi l’origine di tutto e a elaborare teorie acclamate e riconosciute da chiunque. Hawking è diventato famoso nella sua professione e ha scavalcato i limiti dell’impossibile, facendo cose che nessun altro aveva mai fatto prima. La sua combattività, il suo coraggio e il suo ottimismo sono uno straordinario esempio per ciascuno di noi. L’interpretazione dell’attore è impeccabile, così come quella dell’attrice che interpreta Jane, sempre così forte, risoluta e appassionata.
Il film è un vero e proprio inno all’amore e probabilmente è proprio questo che sta alla base di tutto, l’amore! A Stephen sono mancate tante cose fondamentali che noi spesso diamo per scontate, ma non gli è mai mancato l’affetto delle persone che lo conoscevano e l’amore dei suoi genitori, della sua compagna e dei suoi figli. Proprio l’amore è stato l’elemento che lo ha salvato, che lo ha fatto vivere così a lungo nonostante il verdetto del medico e che lo ha spronato a darsi da fare in ogni campo della sua vita. Stephen avrebbe potuto lasciarsi andare e invece ha cercato di trarre il meglio da una situazione disperata ed è stato felice delle piccole cose belle che gli capitavano. Il film ci mostra la vita di un uomo che non si è arreso e di una donna che ha amato profondamente, fino all’estremo delle sue forze. La Teoria del tutto è una pellicola triste e in certi punti le lacrime salgono inevitabilmente agli occhi, soprattutto pensando che si tratta di una storia reale, ma il suo finale positivo, facendo passare un messaggio di successo e di speranza, dà un po’ di sollievo alla pena e al dispiacere che si prova per l’astrofisico.
Il film si concentra più sulla vita personale di Hawking che non su quella professionale e pertanto delle sue famose teorie si conosce e capisce poco e niente, unica pecca che ho riscontrato. Avrei preferito ci fosse più spazio per le sue scoperte geniali sull’universo che trovo affascinanti, ma il regista credo abbia pensato che la sua malattia e il modo di affrontarla facesse maggiore presa sullo spettatore e d’altronde, come dargli torto. La storia d’amore con Jane è romantica e tenerissima, dolce e tragica, impetuosa e provvidenziale. Un amore del genere ci fa sciogliere in brividi di emozione, ci fa riflettere, ci fa commuovere e ci fa sentire totalmente partecipi fino all’ultimo minuto di visione e oltre.
simona zefilippo
26 Gennaio, 2015dev’essere un film davvero bello, vorrei vederlo ma il mio compagno non credo sara’ molto d’accordo, non gradisce i film dove ci sono le malattie. anche io prima ero come lui, ma quando poi la malattia ha toccato anche me, chissa’ perchè certi film li guardo piu volentieri, come se ora li capissi meglio.. bella recensione brava 🙂
valy
27 Gennaio, 2015Anche io di solito non sono molto per i film a tema malattia e in generale per i film drammatici, è stato un caso che sono andata a vedere questo, perchè al cinema non c’era nulla che mi entusiasmasse.
Matilde
2 Giugno, 2015Ho visto questo film non sapendo di cosa parlasse.Ma appena finito mi ha commosso molto e mi ha fatto capire come alcune persone non sono fortunate come noi ma poi mi ha fatto percepire anche come bisogna godersi la propria vita anche superando gli ostacoli perché nessuno avrà o ha la vita rose e fiori ma ci sarà sempre qualche problema o ostacolo da superare e che bisogna godersi la vita perché come si sa alla fine tutti finiamo in una scatola sotto terra…..
valy
2 Giugno, 2015Perfettamente d’accordo con te, Matilde. Bisogna darsi da fare e godersi ogni momento e ritenerci fortunati di ciò che abbiamo vissuto. Questo film fa riflettere e nella tristezza manda un meraviglioso messaggio di ottimismo e voglia di vivere.
Matilde
20 Agosto, 2015Daccordissimo pure con te valy