Secondo post dedicato alla special guest di novembre: Intervista a Bianca Rita Cataldi
Oggi, per la nostra rubrica, una bevuta in compagnia ospitiamo la special guest di novembre: Bianca Cataldi. Vi ricordo che i 2 fortunati vincitori del fan del mese (coloro che saranno stati più attivi sulle nostre pagine con commenti e like) vinceranno una copia cartacea e una digitale del romanzo “I fiori non hanno paura del temporale“.
Intervista a Bianca Cataldi
A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)
Benvenuta nel salottino virtuale del nostro blog Bianca. Parlami un po’ di te e presentati ai nostri lettori.
Ciao, ragazze! Grazie di cuore per questo spazio! Prima ancora che un’autrice, sono una lettrice onnivora, praticamente da sempre. Mi piace leggere romanzi di qualsiasi genere, talvolta scegliendo anche diversi titoli allo stesso tempo. Nella vita faccio l’editor e la traduttrice e vivo da un anno a Dublino per completare il mio dottorato di ricerca, sempre nell’ambito letterario.
I fiori non hanno paura del temporale narra la storia di una famiglia di donne dal sangue cocciuto, come mai hai scelto di scrivere proprio la storia di queste donne?
In parte perché provengo da una famiglia composta per la maggior parte di donne, tutte ‘cocciute’, ciascuna a modo suo. Ho passato molto tempo a casa della mia nonna materna e da lei ho ereditato la passione per la letteratura. Mi hanno sempre affascinata le saghe familiari e per questo ho voluto scrivere un romanzo che avesse a cuore la famiglia, con tutte le sue contraddizioni.
La storia del libro si concentra molto sui personaggi femminili, lasciando poco spazio ai personaggi maschili. Cosa puoi dirmi di quest’ultimi?
Gli uomini nel libro hanno il ruolo di ‘stabilizzatori’, soprattutto personaggi come Salvatore (il padre delle protagoniste) e Nonno Mario. A volte, come nel caso di Marco, non sono presenti fisicamente all’interno della narrazione, ma gli effetti delle loro scelte ricadono sulle protagoniste e fanno sentire la loro presenza anche nell’assenza.
Le donne da te descritte hanno un forte legame con la terra e, in un certo senso, hanno un legame molto particolare con la morte viste anche le loro frequenti visite alla cappella delle zie. Mi parli di questo aspetto del tuo romanzo?
Questo è un aspetto che ho ereditato dalle mie letture sudamericane e, in particolare, dalla mia passione per Isabel Allende. Mi piace vedere la morte non come la fine di tutto, ma come parte integrante della vita. Nel romanzo non ci sono ‘spiriti’, eppure la presenza dei cari scomparsi aleggia nel libro (in senso confortante, intendo). Considero importante anche il rapporto con la terra, con l’alternarsi delle stagioni, col proprio essere creature naturali, fino alla fine.
Nel libro ho percepito un certo amore per il passato, per tutte quelle piccole abitudini che si sono perse, per gli oggetti che non usiamo più. Ti va di parlarmene?
Sono una nostalgica nata e aver vissuto per tanti anni con mia nonna ha sicuramente contribuito a rendermi quello che sono. Per quanto non disdegni affatto le nuove tecnologie (e non sono tra quelli che rifiutano il Kindle perché dipendono dal profumo della carta), considero comunque importante mantenere un legame con il passato, non dimenticarsi di ciò che si provava quando si giocava per strada o quando si guardava la televisione tutti insieme a un dato orario o quando ci si incontrava al parco con gli amici senza neppure essersi dati appuntamento.
I fiori non hanno paura del temporale è anche, in un certo senso, una storia sul perdono o, sarebbe meglio dire, sull’assenza di esso. Bruna non ha mai perdonato Marco per averla abbandonata e Corinna non perdona alla madre di non averle permesso di incontrare Marco… perché è così difficile perdonare?
Credo che perdonare costituisca la miglior forma di liberazione dalle proprie ossessioni e, proprio per questo, è così difficile da raggiungere. Ricordo di aver letto da qualche parte che non è quasi mai possibile perdonare al cento per cento, ma già un sessanta per cento potrebbe andar bene per riappropriarsi della propria vita. Come insegna la storia di Bruna e Corinna, infatti, la mancanza di perdono immobilizza la vita e ci porta a compiere scelte sbagliate che fanno soffrire noi stessi e le persone che amiamo.
Marco lascia alla figlia una scatola con degli oggetti che le permetteranno di ricostruire la sua storia e di conoscerlo, anche se solo tramite i racconti di coloro che lo conoscevano. Se dovessi fare una tua scatola: che cosa ci metteresti?
Sicuramente un libro (Non mi uccidere di Chiara Palazzolo, il mio preferito di quand’ero una ragazzina), una bustina di tabacco, delle cartine e un accendino, una mappa di Dublino con i miei bar preferiti segnalati da una puntina rossa.
Qual è il personaggio con cui ti identifichi maggiormente e perché?
Credo di essermi ‘spalmata’ in diversi personaggi: sono nella Serena bambina, ma sono anche nella Corinna che vuole passare il tempo in casa a leggere; sono nella nonna che crede nel potere della terra e sono anche in Marco che si spaventa di fronte al cambiamento. Forse il personaggio che mi somiglia maggiormente è Serena, ma non è la sola con la quale potrei identificarmi.
Hai avuto difficoltà a immedesimarti nel personaggio di Serena, nella prima parte del romanzo, quando è ancora una bambina?
Non molto perché Serena è molto simile a com’ero io alla sua età. Diciamo che, piuttosto che uno sforzo di immaginazione, ho dovuto forzare la memoria per ricordare quello che pensavo, dicevo e facevo all’epoca.
Hai mai pensato di scrivere un seguito di questo romanzo?
No perché nel progetto iniziale non era previsto e, di solito, quando lo si vuole aggiungere dopo è quasi sempre un fallimento, almeno per quanto mi riguarda.
Attualmente stai lavorando a un nuovo libro?
Sto lavorando a un progetto nuovo che, in un certo senso, segue la scia dei Fiori: anche qui, infatti, la famiglia ricoprirà un ruolo fondamentale.
Grazie per essere stata nostra ospite.
Grazie a voi, è stato un vero piacere!
Lara Milano
11 Novembre, 2018Wow che intervista super interessante! *o* Mi ha permesso allo stesso tempo di conoscere qualcosa in più sia sull’autrice che sul libro… e più nozioni apprendo su “I fiori non hanno paura del temporale” più ne rimango affascinata 😉 Grazie Strega del Crepuscolo per aver pensato a questa intervista, nella quale ho scoperto più di qualche aspetto in comune con me 🙂
Valery
12 Novembre, 2018Donne dal sangue cocciuto… un po’ mi ritrovo nella descrizione insieme alle mie sorelle xD