Il Famiglio: recensione del nuovo romanzo di Leigh Bardugo

Buona sera cuplovers, oggi vi parlo della mia ultima lettura: Il Famiglio, ultimo libro uscito di Leigh Bardugo.
La Bardugo è una delle mie autrici preferite, una delle poche di cui compro i libri praticamente a scatola chiusa, però questa volta devo dire di essere rimasta un po’ … perplessa da questa lettura. Il Famiglio è una buona lettura, ma che manca di quel qualcosa che, di solito, è in grado di conquistarmi nei libri della Bardugo.

Il famiglio cover per la recensione su le tazzine di yokoNel piattino abbiamo

Il Famiglio

(The Familiar)
Leigh Bardugo
Edito da Mondadori (11 giugno 2024)
Pagine 341
€ 20,90 cartaceo – € 11,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE

In una Madrid diventata da poco capitale del Regno e pervasa dalla furia controriformistica dell’Inquisizione, la giovane Luzia Cotado, conversa orfana di entrambi i genitori, cerca di sopravvivere come meglio può, nascondendo a tutti le sue origini e, soprattutto, la sua capacità di compiere milagritos, piccole magie. Un giorno, però, la signora della casa presso la quale presta servizio si accorge del suo dono e di lì in poi la obbliga a farne sfoggio davanti ai suoi ospiti, nel patetico e disperato tentativo di migliorare la posizione sociale della sua famiglia ormai decaduta. Ma quello che inizia come un semplice divertimento per nobili fiacchi e annoiati prende ben presto una piega pericolosa perché Luzia attira l’attenzione di Antonio Pérez, ex segretario ora in disgrazia di Filippo II. Per riconquistare il favore del re, ancora provato dalla sconfitta della sua armada, Pérez decide di indire un torneo per trovare un campione che diventi l’arma decisiva nella guerra estenuante contro la regina eretica d’Inghilterra. Determinata a cogliere l’unica possibilità che la vita sembra volerle offrire per migliorare la sua condizione, Luzia si immerge in un mondo popolato da veggenti e alchimisti, bambine sante e imbroglioni, dove i confini tra magia, scienza e inganno sono tanto labili quanto incerti. Con il crescere della sua notorietà, però, aumenta di pari passo il rischio che i suoi segreti vengano scoperti. Per non finire nella morsa dell’Inquisizione, la giovane conversa dovrà quindi agire d’astuzia, accettando persino l’aiuto di un uomo misterioso temuto da tutti, Guillén Santángel, a sua volta custode di verità che potrebbero rivelarsi letali per entrambi. Nel “Famiglio”, Leigh Bardugo tesse una narrazione dove al racconto storico si intrecciano il realismo magico e una storia d’amore emozionante.

Una bella lettura, 4 TAZZINE TONDE TONDE
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Il Famiglio è un romanzo storico dove la magia è molto presente, mi ha ricordato un po’, come genere, i libri di Carlos Ruiz Zafon, ma senza possederne lo stesso fascino.

Ci troviamo in una Madrid dove un filo sottile divide magia e miracolo e dove un re, umiliato dopo la sconfitta della Armada, è alla strenua ricerca di un paladino santo che risollevi la situazione in cui versa il paese.

Luzia Cotado fa la serva per una famiglia della piccola nobiltà ma, in segreto, usa la magia dei suoi refran per salvare la situazione quando qualcosa va storto. Si tratta di piccole cose: salvare un pane bruciato, rendere meno pesante un mastello pieno d’acqua, piccoli miracoli, così piccoli da passare inosservati. Se non fosse che la padrona di Luzia, Valentina Ordono, è una donna profondamente insoddisfatta il cui unico piacere è cogliere in fallo le domestiche e questo la farà ben presto insospettire. Una volta scoperte le abilità della sua serva, Valentina vede in esse la possibilità di ottenere fama presso le altre famiglie e di uscire da quella condizione di inferiorità in cui si trovano.

Luzia e Valentina sono due donne per certi versi simili. Entrambe vogliono di più dalla loro vita, ma mentre Luzia è pronta a rischiare per ottenere qualcosa di meglio, Valentina è più timorosa. Ben presto, il fatto che la serva degli Ordono sappia compiere vere magie, comincia a diventare di pubblico dominio, attirando sempre più invitati alle cene di Valentina, fino ad attirare l’attenzione di un uomo pericoloso: Victor de Paredes, nobile ambizioso e crudele. Victor de Paredes è un villain che, per certi versi, mi ha rammentato il Van Eck di Sei di Corvi ma, mentre ho davvero odiato Van Eck, de Paredes risulta troppo poco approfondito per essere un villain davvero odioso. Don Victor è ricco, potente e avido e tutta la sua fortuna si poggia non sui propri meriti, ma sul potere di un uomo, colui che lo segue come un’ombra: Santangel, il famiglio del titolo. Santangel è stato ingannato e costretto a servire la famiglia De Paredes per l’eternità. Santangel è un personaggio per certi versi tragico, ma poco carismatico, non è abbastanza crudele e scaltro per liberarsi del giogo che lo lega a De Paredes da generazioni. Solo la comparsa di Luzia nella sua vita lo spingerà a cercare una via di fuga da una vita di asservimento.

La storia del principe e di Tello, raccontata con i toni di una fiaba mi è piaciuta ma, allo stesso tempo, mi ha ricordato molto i libri della Taylor. È come se Il Famiglio fosse costantemente in bilico tra fiaba e realtà senza mai prendere una vera e propria decisione.

Ben presto, Luzia e gli altri aspiranti paladini santi dovranno scontrarsi in una serie di prove per dimostrare il proprio potere, la cosa mi ha parecchio ricordato degli Hunger Games, ma meno adrenalinici. Riuscirà Luzia a venire scelta come paladina santa del Re o sarà qualcun altro ad ottenere l’ambita posizione?

I colpi di scena che arrivano a fine volume sono quelli che, per quanto mi riguarda, hanno reso più interessante una lettura che, nella prima parte, è fin troppo prevedibile. Apprezzo il tentativo di Leigh Bardugo di accostarsi a un genere diverso dal suo solito, ma non posso dire che questo esperimento sia del tutto riuscito, sebbene si tratti di una buona lettura. Il Famiglio è un libro che ho letto con piacere, con pochi colpi di scena, con dei protagonisti interessanti che, però, non spiccano come potrebbero e una storia d’amore che non è stata in grado di conquistarmi. Mi è piaciuto, ma non trovo che sia il miglior libro dell’autrice.

Di Cenere e Ombra cover per la recensione su Le Tazzine di Yoko

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Devo dire che sono rimasta parecchio sorpresa dal fatto che, alla fine, Valentina sia il personaggio con l’evoluzione migliore. Parte che è una donna insicura, infelice, che sfoga il suo malcontento sulla servitù e, alla fine, trova la sua strada. Victor ha la fine che merita mentre Luzia e Santangel hanno il loro meritato lieto fine. Peccato che la facilità con cui ci sono arrivati non mi ha convinto. Non c’è stato un solo momento in cui ho davvero temuto per loro…
Peccato anche per la fine di Hualit un personaggio molto interessante ma che avrebbe avuto bisogno di più pagine per venire approfondita come si deve. La sua morte è stata sì un colpo di scena inaspettato ma anche un peccato dato che mi sarebbe piaciuto capirla meglio.