FOCUS ON: arrivano i distillati…
Buon giorno cuplovers, qualche giorno fa mi sono imbattuta in un articolo sui… distillati. No, non sto parlando di acquavite, non illudetevi.
Incuriosita sono andata a leggere di cosa si tratta e… sono rimasta senza parole! Stiamo parlando di una nuova collana pubblicata da Centauria. Con soli 3,90€ potete portarvi a casa un libro… ma non un libro intero. Che l’Italia non sia un paese di lettori, oserei dire che, purtroppo, lo sappiamo tutti. Dunque, le case editrici dovrebbero adottare delle politiche per invogliare le persone a leggere, giusto?
Bisogna incuriosire il potenziale lettore, attirarlo, vuoi con il prezzo abbordabile, vuoi con la cover accattivante o cavalcando la moda del momento. Eppure tutto questo non basta e, ogni tot, le case editrici si inventano qualcosa di nuovo. Esperimenti che, normalmente, non vanno a buon fine. Vi ricordate dei flipback? Secondo voi hanno “sfondato” o sono spariti nel nulla? Io non li ho più visti in giro…
Finora abbiamo visto di tutto, dai libri scritti piccolissimi ai flipback, ma adesso è arrivata una novità. Ed ecco l’invenzione del Distillato che sbaraglia completamente la concorrenza.
“Nascono i Distillati: un’occasione senza precedenti per goderti il meglio della narrativa italiana e internazionale in meno della metà delle pagine dell’originale, ma senza perderti nulla. Distillati infatti, non riassunti!”
Lì per lì ho pensato che si trattasse di una stampa con caratteri piccolissimi, in modo da far stare un libro di 400 pagine in 200, che già non sarebbe stato il massimo ma non era nemmeno una novità. Già mi immaginavo l’acquirente di un distillato con in mano la lente d’ingrandimento per poter decifrare il libro. Mi sbagliavo. Il distillato, in realtà, non è un libro scritto in arial 9, non è un riassunto, non è un bignami, ma un libro mutilato. Quel lavoro che dovrebbe, eventualmente, fare l’editor prima di pubblicare un libro, ovvero eliminare ridondanze, sfoltire le descrizioni etc… lo fa l’editore che comprime il romanzo nella metà delle pagine originali!
Non stiamo parlando di poche pagine in meno, ma di metà libro tagliato via! E poi, quali parti vengono tolte e, sopratutto, come viene deciso cosa tagliare? E chi lo decide? In base a cosa?
Io mi immagino l’editor che sfoglia il romanzo con una penna rossa in mano e pensa: “D’accordo, questa frase non aggiunge nulla, via!” O “Beh il killer gli ha sparato è ovvio che è morto, la descrizione dei suoi ultimi istanti di vita non serve!”
Ipotizziamo anche che cerchino di togliere solo le descrizioni, ma… accidenti anche quelle servono! Tagliando via metà delle pagine quello che ti trovi a leggere non è più il libro scritto dall’autore, ma qualcos’altro. Il messaggio che l’autore voleva comunicare, con i suoi tempi, i suoi spazi, in metà delle pagine non può arrivare perché è stato progettato diversamente. Perché, quindi, fare una cosa del genere? Per avvicinare alla lettura quelle persone che, se vedono un libro con più di 100 pagine si spaventano e lo scartano a priori? Esistono moltissimi romanzi brevi, bellissimi e, sopratutto, scritti così dall’autore, non è necessario creare libri brevi mutilando dei classici. E non dimentichiamoci i racconti, se vogliono pubblicare qualcosa di “breve” allora che pubblichino dei racconti, singolarmente, a basso prezzo.
Leggere un distillato non è leggere un libro. Invece di pubblicare libri mutilati bisogna incentivare la lettura in altri modi, pubblicando dei bei libri, per cominciare, e, sopratutto, modificando l’approccio alla lettura che viene fatto a scuola. E se abbassassero un pochino i prezzi dei cartacei? Anche quello potrebbe aiutare… 18 o 19 euro sono tanti.
E voi cosa ne pensate?
Alessia
3 Gennaio, 2016ho letto la notizia… è spaventoso, disgustoso… no, non lo accetto!
anna maria
3 Gennaio, 2016bruttissima cosa , è come tagliarsi un dito, forse non rovini tanto la funzione della mano ma non è come averla intera…..ed è vero dovrebbero abbassare il prezzo dei libri …troppo cari
strega del crepuscolo (Chiari)
3 Gennaio, 2016Ottima similitudine Anna.
Simona C.
3 Gennaio, 2016Sono d’accordo che sia una pessima idea. Il libro ne esce snaturato, forse peggio di un riassunto. Si perde l’atmosfera creata dal percorso del lettore tra le pagine.
yoko
3 Gennaio, 2016già…. potrebbe andare bene se il libro tipo me lo avessero prestato e avrei voglia di rileggere giusto i punto salienti, ma anche in quel caso credo proprio che lo comprerei intero ^^”””
valy
3 Gennaio, 2016Sono d’accordo con il tuo articolo, chiary. Mi sembra una trovata non molto geniale, anzi.
Simona zefilippo
4 Gennaio, 2016Secondo me non ha senso questa cosa
CATALDO ZAFFORA
4 Gennaio, 2016E non è neanche così originale! IL Reader’s Digest lo faceva già negli anni 70-80…
Un vero obbrobrio!!!
Federica Ribaga
4 Gennaio, 2016oh, no! O_O
all’inizio non volevo crederci, mi sembrava una notizia troppo assurda… e invece!
Ma dove siamo finiti?!
Leggere dovrebbe essere un piacere, ognuno dovrebbe sentirsi libero di leggere o meno ma non per questo devono mutilare dei racconti, dei romanzi e delle opere =(
non ci voglio credere… è troppo oscena come cosa!
Mininova
4 Gennaio, 2016Che cosa senza senso, chi non legge con questa idea dovrebbe essere motivato a leggere?
Ellenita
5 Gennaio, 2016Non so, non mi escono parole, forse meglio un riassunto…
pamela viotti
8 Gennaio, 2016Si sa che in Italia non si legge ma non credo che la cosa migliore sia quella accorciare i libri tagliarli in vari punti ecc
Anche perché cosi non so se perdo delle parti importanti oppure no
Concordo anche con il fatto che i libri di prima edizione dovrebbero costare dimeno!!