Segnalazione de “Il pozzo” e “La gabbia di filo spinato” di Morgan Cavendish

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Buon giorno cuplovers!
Oggi vi segnalo altri due racconti firmati da Morgan Cavendish 🙂

Ne “Il pozzo” la protagonista si risveglia all’interno di un pozzo. Prigioniera, la donna deve riuscire a liberarsi e fuggire prima che sia troppo tardi.
La protagonista de “La gabbia di filo spinato” non se la passa meglio. Lotta per uscire viva dal maniero apparentemente incantato in cui sembra essere precipitata, metterà a dura prova la sua sanità mentale e farà crollare ogni sua certezza.

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La gabbia di filo spinato-le tazzine di yokoLa gabbia di filo spinato

Morgan Cavendish
Selfpublished (02 gennaio 2015)
Pagine 12
€ 0,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Dispersa e braccata, una ragazza si risveglia in un luogo lugubre e oscuro, dove non ci sono appigli ma solo paura e desolazione. Nella disperata ricerca di una via d’uscita, due uomini diametralmente opposti si alterneranno davanti ai suoi occhi in un gioco estenuante, in un susseguirsi incessante di percezioni e immagini in cui realtà e fantasia sembrano fondersi tra loro di continuo. La lotta per uscire viva dal maniero apparentemente incantato in cui sembra essere precipitata, metterà a dura prova la sua sanità mentale e farà crollare ogni sua certezza.

Ecco un breve estratto:

Ferma! Non devi scappare – disse in tono perentorio.
Mi voltai e guardai in direzione della voce e distinsi la sagoma imponente di un uomo. Era controluce, quindi per me era difficile, dalla mia angolazione, distinguerne i lineamenti.
Quando mi fu più vicino, però, notai che in mano aveva qualcosa; lo puntò verso di me, mi sfiorò, ma nemmeno dal contatto diretto con la mia pelle capii di cosa si trattasse. Avrei voluto urlare, chiedere aiuto ma, a parte qualche ridicolo gemito, non riuscii a proferir parola. Ero letteralmente immobilizzata, lunghi brividi gelati percorrevano la mia schiena e io non potevo fare nulla per impedirlo. Provavo orrore per quell’uomo, sentivo i suoi occhi fissi su di me, percepivo la sua eccitazione e questo mi procurava un violento senso di nausea. Mi osservava ridacchiando mentre si avvicinava e i suoi capelli unti mi sfioravano il viso. Poi, improvvisamente, mi afferrò i polsi con forza. Mi strinse ed io cercai subito di divincolarmi, ma lui riuscì a trattenermi senza alcuna difficoltà. Il suo corpo massiccio premette il mio, fragile e minuto, contro la parete alle mie spalle. Infine si ritirò di scatto e nel suo sguardo non vi era né smarrimento né preoccupazione. Era compiaciuto, nient’altro che quello. Tuttavia era strano, perché in lontananza la sua figura mi era apparsa alta e forte ed ora che mi era addosso era invece basso e corpulento. Scacciai quel pensiero e mi concentrai invece sul provare a liberarmi e fuggire.

Decisamente ansiogeno no? Può fare per voi?

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Il PozzoIl pozzo-le tazzine di yoko

Morgan Cavendish
Selfpublished (02 gennaio 2015)
Pagine 12
€ 0,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
L’ultima cosa di cui ha memoria, è lei stessa che gira le chiavi nella toppa della porta di ingresso ed entra in casa. Poi, più nulla fino al suo risveglio, violento ed improvviso, all’interno di un pozzo. Prigioniera contro la sua volontà e per motivi che, forse, si ricollegano alla sua professione, la protagonista deve riuscire a liberarsi e fuggire prima che sia troppo tardi. Nulla, però, è come sembra e anche un solo un movimento sbagliato in quella prigione sotterranea potrebbe rivelarsi fatale.

Ecco un breve estratto:

Fammi uscire vigliacco! – tuonò con tutte le poche forze che le erano rimaste – L’unico modo che hai di battermi è tenermi imprigionata quaggiù – soggiunse a denti stretti. Veloce pensò ad un modo per uscire, per coglierlo di sorpresa. Così, senza riflettere, si morse con impeto eccessivo la lingua lasciando che il suo stesso sangue le colasse lungo la gola ma non fu sufficiente a ridarle le energie necessarie a balzare fuori da quel luogo maledetto.
– Dannato bastardo, non sarò la tua prossima vittima – gemette carica di frustrazione mentre l’altro richiudeva il pozzo sopra la sua testa e l’oscurità tornava ad avvolgerla come un manto spesso e intangibile. Con quella manovra, svariati insetti caddero su di lei e presero a zampettarle lungo il corpo, solleticandola e terrorizzandola allo stesso tempo. Li sentiva correre e strisciare sulla pelle già fin troppo provata, entravano e uscivano facendosi strada tra i vestiti. Uno più temerario le risalì il petto e raggiunse il viso che attraversò con tutta la calma della sua specie. Si impose di rimanere ferma, di non fare movimenti bruschi per non venire punta, ma la scolopendra che si aggirava tranquilla sulla sua faccia era davvero troppo da sopportare per cui, impulsivamente scosse il capo per scrollarsela di dosso e questa, dopo averle lasciato un piccolo ricordo del suo passaggio, cadde di sotto.

Cosa ne dite? Fanno per voi? 😉

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4 Comments
  • simona zefilippo
    17 Dicembre, 2015

    la gabbia di filo spinato mi potrebbe interessare

  • Federica Ribaga
    17 Dicembre, 2015

    Mi ispirano entrambi *-*

  • Valentina Panzetta
    17 Dicembre, 2015

    Molto simili tra loro, ma mi intriga di più Il pozzo

  • tazzine e zollette - yoko
    yoko
    17 Dicembre, 2015

    beh xD diciamo che ve li dividete….anche a me cmq ispira di più Il pozzo Vale 🙂

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