Recensione a “Il Dio del dolore” di Francesco Brandoli

[custom_frame_center]Francesco Brandoli - le tazzine di yoko[/custom_frame_center]

Buongiorno cuplovers!
Oggi vi parlo di “Il Dio del dolore” di Francesco Brandoli, un romanzo fantasy che vi porterà su un pianeta lontano governato da divinità crudeli, dove il sole è scomparso, e la preghiera di un bambino farà giungere Ashioka, il Dio del Dolore e della Morte.
L’arrivo di Ashioka segnerà la fine per il pianeta e i suoi abitanti o sarà un nuovo inizio?

nel piattino abbiamo: fantasy classico 01 - compulsivamente lettrice - 3 torta fantasy sul blog letterario de le tazzine di yoko

Il Dio del doloreil dio del dolore-le tazzine di yoko 

Francesco Brandoli
Edito da Tabula Fati (01 gennaio 2014)
Pagine 173
€ 14,00 cartaceo
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TRAMA DELL’EDITORE
Esiste un dio creatore di tutte le storie, di tutti gli altri dei e anche del giovane Ashioka, Dio del Dolore e della Morte, da sempre tormentato sulla natura del proprio ruolo nell’Universo. Nel cosmo che Ashioka ha il compito di sorvegliare affinché l’equilibrio resti inalterato, esiste un pianeta rosso, Amhambara, desertico e inospitale, dove il sole sembra essersi addormentato, lasciando i suoi abitanti perennemente avvolti nell’oscurità. Questo fatto è all’origine di una guerra decennale tra le due etnie che ci vivono: i pacifici Zaffiri, coltivatori e artigiani, amanti della natura, e i rozzi Sassosi, popolo di negromanti e minatori. Le loro continue battaglie giovano al Dio della Guerra, che ha dato il proprio nome al pianeta e che dai Sassosi viene adorato e rispettato insieme ai propri figli: Violenza, Distruzione, Crudeltà e Disperazione. Starà ad Ashioka capire perché il sole sia sparito e dove stia dormendo, ma anche cessare gli scontri e riportare la pace, ricomponendo un quadro antico e ancora valido, quello in cui la vita è un continuo susseguirsi di cicli e dove la morte non è la fine ma un nuovo inizio.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Tre tazzine e mezza… la classica lettura che si definisce carina.
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Il pianeta Amhambara è un luogo brullo e inospitale. Il sole è scomparso da tempo, lasciando il posto a un’oscurità perenne, i fiumi e i laghi sono spariti così come gli alberi. Il pianeta è governato dal dio della Guerra, Amhambara, e dai suoi figli. Oltre agli dei ci sono due popolazioni: i crudeli Sassosi e i pacifici Zaffiri costantemente in lotta tra di loro senza che una delle due fazioni riesca a prevalere sull’altra.
Amhambara-le tazzine di yokoAshioka, custode del Disegno, arriva sul pianeta per ristabilire l’equilibrio, il Dio della Guerra ha, infatti, sconfinato andando oltre le sue prerogative. Dal suo arrivo sul pianeta, Ashioka affronterà i figli del dio della Guerra, suoi cugini, in dure battaglie.

Il romanzo si concentra sugli scontri tra Ashioka e le altre divinità che si susseguono uno dopo l’altro. Questo avvicendarsi di battaglie, per altro con il medesimo schema e risultato, non mi ha convinto. Ogni volta, Ashioka sembra sul punto di perdere lo scontro per poi sconfiggere i propri avversari. Del resto Ashioka è la morte e come ricorderà lui stesso più volte ai suoi nemici: non può morire!
Peccato che nessuno degli altri dei riesca a capirlo e, quindi, a cercare qualche altro modo per fermarlo. Ashioka trova un valido alleato nel prode Apollonio, comandante dell’esercito Zaffiro. I due andranno alla ricerca di alleati per sconfiggere l’esercito dei Sassosi e mettere fine alla guerra.

In questo romanzo la contrapposizione tra bene e male è più che mai netta. Gli dei contro cui Ashioka si trova a combattere sono la personificazione di sentimenti quali Crudeltà e Violenza e, se anche viene mostrato che gli dei possono riconsiderare il loro ruolo, solo uno di loro riuscirà davvero a farlo.
Nessuno dei personaggi principali, lo devo ammettere, mi ha colpito particolarmente. Nonostante, di solito, io apprezzi i personaggi cattivi, questi dei non hanno né una storia alle spalle, né una personalità interessante. Il loro atteggiamento nei confronti di Ashioka è pressoché identico così come lo schema dei vari scontri tra il protagonista e gli altri dei che rende una parte del libro abbastanza ripetitiva.
L’idea di base del libro è interessante e il finale mi è piaciuto molto ma, nel complesso, il romanzo non mi ha coinvolto come avrei voluto, peccato anche per alcuni piccoli errori presenti nel testo.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

A causa di Amhambara sono morte troppe persone la cui dipartita non era prevista dal Disegno, per questo, Ashioka costringerà l’orco custode del mondo dei morti a restituire molte anime.
Il prode Apollonio (il cui sacrificio per salvare l’amata Diodati era stato uno dei pochi colpi di scena del romanzo) torna quindi in vita, assieme a molti altri. Amhambara ha nascosto il sole per rendere inospitale il pianeta e spingere i popoli a odiarsi e combattersi, un’idea che ho trovato molto interessante e ben studiata… perché fare tutto questo? Perché è il dio della Guerra e trae potere da essa. Ashioka non può sconfiggere l’avversario ma può rinchiuderlo negli inferi. MoraleSassosi e Zaffiri-le tazzine di yoko della storia: nessuno può sconfiggere la morte. Tutto va come deve andare e gli umani, ingrati, dimenticheranno la benevolenza del dio della morte e, col tempo, ricominceranno a odiarlo.
L’idea alla base del romanzo, ovvero che tutto è destinato a morire e rinascere, è resa appieno nel finale quando scopriamo il vero scopo di Ashioka: uccidere l’Antico e spezzare il Disegno in modo che altro possa nascere al loro posto.
Non c’è vita senza morte, e la morte porta alla rinascita in un ciclo eterno. Quest’idea non è esattamente nuova (prende a piene mani dal Buddismo dove la morte è vista come un aspetto necessario del processo vitale: rende possibile il rinnovamento e una nuova crescita) e non appena si “afferra il concetto” diventa chiaro come si concluderà la storia rendendo la fine del romanzo abbastanza prevedibile.
Nel complesso, il romanzo ha diversi spunti interessanti, si legge rapidamente, ma non mette addosso quella voglia di procedere nella lettura per sapere come andrà a finire.

QUALCHE INFO SULL’AUTORE
Francesco Brandoli (1981), è da sempre un amante del fantastico. Avvocato civilista, esercita la professione forense a Bologna, dove vive. Al suo attivo vanta la pubblicazione di racconti fantastici in raccolte: I figli di Beowulf (Midgard, Perugia) a cura di Alberto Henriet; Futuro Europa (Elara, Bologna), oltre a un saggio letterario su H.P Lovecraft per la rivista “Studi Lovecraftiani”.
Il Dio del Dolore è il suo primo romanzo.

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4 Comments
  • Barbarella
    30 Maggio, 2016

    La trama mi ispira davvero moltissimo però il tuo non trovarlo avvincente mi inquieta un po’, non so, sono indecisa se metterlo in wishlist o meno

  • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
    strega del crepuscolo (Chiari)
    30 Maggio, 2016

    Prova Barbarella, abbiamo tutti gusti differenti, magari a te potrebbe piacere di più ^_^

  • Alessandra Gulino
    30 Maggio, 2016

    Non so perchè ma questo non mi ispira,ha qualcosa che non mi convince, non so..

  • Francesco Brandoli
    31 Maggio, 2016

    Provatelo e fidatevi! Poi mandatemi commenti via mail o facebook e ne parliamo 😉

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