Recensione alla prima stagione di Carnival Row, la serie con Cara Delevigne e Orlando Bloom

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Buona sera cuplovers!
Oggi torniamo a parlare di serie tv con Carnival Row, la nuova serie tv di amazon con protagonisti Orlando Bloom e Cara Delevigne. Un poliziesco/fantasy con una fotografia strepitosa, una serie di efferati delitti e due interpreti d’eccezione.Carnival Row locandina prima stagione per recensione

nel piattino abbiamo:
film serie tv fantasy

Carnival Row

CREATO DA René Echevarria e Travis Beacham
STAGIONI 1 -IN CORSO-
DISPONIBILE SU Prime Video
recensione di Strega del Crepuscolo
Un’ottima visione, QUASI 5 TAZZINE
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del CrepuscolotazzinaMEZZA+_stregaDELcrepuscolo

Carnival Row è una serie di ottimo livello, ambientazioni, costumi, effetti speciali sono impeccabili e i due attori protagonisti sono una garanzia, nonostante questo, la serie non è esente da pecche, a cui spero verrà rimediato nella seconda stagione.

Ci troviamo a Burgue città umana dove si trovano costretti a convivere umani e fae. Tempo prima l’esercito delle fate e gli umani di Burgue combatterono fianco a fianco contro le forze del Patto, interessate a impadronirsi del regno fatato di Tirnanoc. Sfortunatamente le forze del Patto vinsero la guerra occupando Tirnanoc e costringendo le fate ad immigrare in massa a Burgue. Una delle tante tematiche trattate dalla serie è proprio questa, l’immigrazione di massa e la difficilissima convivenza tra due specie così diverse.
L’unica cosa che non ho apprezzato della serie, è la mancanza di approfondimento del background in cui ci ritroviamo. Chi sono le forze del Patto? Cosa stanno facendo ora che hanno vinto la guerra? Perché volevano conquistare Tirnanoc a tutti i costi? Tante domande e nessuna risposta. La geografia stessa di questo mondo fantastico è un po’ nebulosa… o, almeno, lo è per me.

La serie si concentra sulle vicende dell’ispettore Philo (Orlando Bloom) e della fata Vignette Stonemoss (Cara Delevigne) e la loro tormentata storia d’amore.
Philo, ispettore di polizia, orfano dalle origini avvolte nel mistero si ritrova ad indagare su una serie di brutali omicidi che, apparentemente, non hanno nessun filo logico o legame tra loro. Vignette, invece, è da poco arrivata a Burge convinta che Philo sia morto e, quando scoprirà che l’uomo è sopravvissuto, ne sarà comprensibilmente scioccata…
La storia segue, da un lato, le indagini di Philo, dall’altro le vicende politiche e sociali della città grazie agli intrighi politici delle famiglie Breakspear e dei Longerbane se al tutto aggiungiamo che, puntata dopo puntata, ci viene svelato il passato di Vignette e Philo abbiamo davvero tanta carne al fuoco. Uno dei problemi della serie forse è proprio questo, gli autori, per portare avanti tutte le varie “sottotrame“, hanno finito per lasciare alcuni aspetti della storia poco approfonditi. A tutto questo bisogna aggiungere anche le vicende, davvero poco interessanti e scontate, che vedono protagonisti il fauno Agreus e la bella e un po’ superficiale Imogen di cui avrei fatto volentieri a meno.
La serie critica abbastanza chiaramente la politica odierna dei governi mondiali in tema di immigrazione, infatti, man mano che la serie prosegue, diventa chiaro che il costante arrivo a Burgue di profughi fae, fuggiti dalla guerra, non ha fatto altro che acuire l’odio tra umani e fae. Discriminazione nei confronti del diverso, rabbia e paura faranno accendere ben presto i primi focolai di rivolta trasformando i fae nel capro espiatorio perfetto per qualsiasi tipo di problema e questo sembra averlo capito molto bene Sophie Longerbane. Sophie è un personaggio interessante, all’inizio sembra innocua invece si rivela essere molto scaltra e abile manipolatrice: mi aspetto molto da lei nella seconda stagione.

L’indagine di Philo procede lentamente ma inesorabilmente mentre il killer si lascia dietro una scia di morti sempre più lunga. Ho trovato molto interessante la figura dell’aruspice che, pur vedendo il futuro e sapendo come morirà, non riesce a fare nulla per impedirlo. Gli autori sono stati bravi a farmi sospettare di un personaggio in particolare, che poi non si rivelerà il killer. In effetti, la vera identità del killer è abbastanza ovvia, eppure, fino alla fine non l’avevo capito…

Tra omicidi brutali, segreti nascosti non poi così accuratamente, creature fatate e amori improbabili la vera protagonista della storia è proprio la Carnival Row la strada dove si concentrano le attività gestite dalle fate, dove nascono amori illeciti, si fanno magie e si ordiscono rivolte. Ho visto questa prima stagione tutta d’un fiato curiosa di scoprire l’identità del misterioso killer e il destino di Vignette e Philo. Il finale risolve quello che era il mistero principale della serie ma non il problema più profondo di Burge, lasciando nello spettatore la giusta dose di curiosità di vedere la seconda stagione per scoprire cosa succederà ai nostri amati protagonisti. Bravi attori, costumi meravigliosi ed ottimi effetti speciali fanno di Carnival Row una serie a cui dare una possibilità.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Scoperte le vere origini di Philo e la sua natura di mezzosangue, ho subito sospettato che il killer fosse suo padre. È stato fatto di tutto per celare la sua vera natura e l’identità dei genitori: gli hanno tagliato le ali, lo hanno abbandonato… era ovvio che ci fosse dietro il padre. Philo è il frutto dell’amore proibito tra una fata e un essere umano uno dei tabù di Burge, chi, se non il suo padre umano, poteva avere un motivo più valido per volerlo uccidere ed impedire qualsiasi rischio che il suo segreto venisse svelato? Ecco perché ero fermamente convinta che l’assassino fosse Absalom Breakspear il cancelliere di Burge con una bella moglie e un figlio legittimo destinato a succedergli… chi aveva di più da perdere se la storia fosse saltata fuori?
Quindi sì sono rimasta stupita quando si è scoperto che dietro c’era la moglie anche se ha perfettamente senso. Piety è convinta che la profezia secondo cui il figlio del marito farà grandi cose sia vanificata dal fatto che l’uomo ha un altro figlio… e, del resto, è più facile che sia Philo (mezzosangue e intelligente) a fare qualcosa di grande come, magari, aiutare a raggiungere la pace tra esseri umani e fate piuttosto che l’inutile e manipolabile Jonah improvvisamente si svegli e compia qualche grande impresa.
Ho apprezzato anche il percorso di accettazione compiuto da Philo. Nel corso di questa stagione scopre di essere un mezzosangue e la sua prima reazione è il rifiuto della realtà poi finge di non sapere e solo nell’ultimissima puntata arriva a identificarsi come un “bruto” decidendo di rimanere al fianco di Vignette dalla parte “sbagliata” di Burge. Spero che ora lotteranno l’uno affianco all’altra e che, nella prossima stagione, troveremo un Philo che non solo non si vergogni delle sue origini ma ne vada fiero.

Sono curiosa di scoprire cosa succederà adesso… Burge è sull’orlo della guerra civile: dobbiamo attenderci battaglie all’ultimo sangue tra umani e fate? Siamo sicuri che il tizio che si è suicidato davanti a Philo, quando ha parlato di un male oscuro portato dalle fate, si riferisse al Darkasher? Perché, in fin dei conti, la creatura è stata creata da Piety che era umana al cento per cento… Io spero che ci sia dell’altro, voi che ne dite?

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4 Comments
  • Antonella Rivanola
    23 Ottobre, 2019

    Dopo aver letto questa recensione ho provato a guardare la serie ma l’ho trovata davvero molto, troppo, lenta. Carinissimo il contorno e anche l’idea, ma non sono riuscita ad andare avanti. Rispetto ovviamente la tua opinione 😉 però a mio parere sei stata davvero molto larga nel giudizio, io avrei dato 3 e mezzo

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      23 Ottobre, 2019

      L’inizio è lento ma a me non è affatto dispiaciuto ^_^
      Beh però se non sei riuscita a finire di vederla puoi basarti solo sui primi episodi, magari il tuo parere sarebbe cambiato andando avanti. Mi è capitato, con alcune serie che poi mi sono piaciute, che i primi episodi non mi prendessero, ma arrivando alla fine della prima stagione la serie mi convincesse abbastanza da proseguirla e poi diventasse una delle mie preferite. (Mi è successo con Black Sails)
      Non è assolutamente detto che possa capitare a te con Carnival Row, magari arrivata a fine stagione non ti piacerebbe uguale, però chissà, magari potresti rivalutarla. Io, nel dubbio, una stagione la concedo sempre.

  • Antonio
    4 Marzo, 2020

    Non conoscevo il vostro blog, e mi sono avvicinato cercato delle recensioni su carnival row, e mi è piaciuto molto leggere il vostro commento alla serie. Come ho letto su altri blog avete scritto che si è approfondito poco alcuni temi come la fazione del patto, e la storia di alcuni personaggi, tra cui quello di vignette della quale ci viene mostrato poco ma si dice che abbia sofferto per molti drammi. Penso che sia normale, soprattutto per una serie fantasy thriller noir, che almeno nella prima stagione non vengano delineati tutti i grovigli che la compongono.
    Detto questo mi è piaciuta molto, l’ambientazione, la fotografia, i temi sociali, la colonna sonora, anche il modo in cui sono state scritte le storie delle città e dei personaggi. Vignette mi affascina (anche per l’interpretazione di Cara, che trasmette un sacco di emozioni con il solo sguardo) il suo odio iniziale che si strasforma in amore quando inizia a conoscere meglio Philo,. Un amore nato sotto la guerra, un amore tradito, struggente al quale neanche il suo spirito guerriero le impedisce di sottrarsi.
    Spero solo che nella seconda stagione non venga stravolto tutto questo. E che si mantengano coerentemente le caratteriste dei personaggi della prima stagione, senza strane sorprese giusto per allungare il brodo. Credo che non c’è ne sia bisogno, e di carne al fuoco per far durare lo show c’è ne.

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      5 Marzo, 2020

      Mi auguro anche io che ripartano da dove si erano fermati e, sopratutto, che Philo e Vignette agiscano assieme per aiutare le creature fatate ad avere un loro posto nel mondo.

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