Recensione a The Handmaid’s Tale stagione 2

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Buon pomeriggio cuplovers, oggi torniamo a parlare dei serie tv con la seconda stagione di The Handmaid’s Tale.
Una serie dura, un futuro distopico quanto mai tristemente realistico, un cast che si riconferma a livelli altissimi fanno di The Handmaid’s Tale una serie da non perdere.

nel piattino abbiamo: distopico 01 - compulsivamente lettrice - 2 lampone distopici sul blog letterario de le tazzine di yoko

The Handmaid’s Tale

SERIE CREATA da Bruce Miller
BASATA SUL ROMANZO The Handmaid’s Tale di Margaret Atwood
STAGIONI 2 -in corso-

Il mio voto è di

Questa seconda stagione di The Hand’smaid Tale è stato un saliscendi di speranza e disperazione che segue il tormentato percorso di riappropriazione del proprio io da parte di June.
In questa seconda stagione, anche se gli spettatori se ne erano già resi conto, diventa sempre più chiaro come Gilead, nata come terra di espiazione, una roccaforte di purezza sia, in realtà, piena di crudeli contraddizioni.
Perché, tanto per dirne una, se la parola di dio è alla base dell’esistenza di Gilead, alle donne è proibito leggere?
L’intero mondo di Gilead è estremamente maschilista e quello che, fin dalla prima stagione, mi aveva lasciato mille domande è: com’è possibile che un mondo del genere sia stato creato da una donna?
Serena Waterford è stata guidata da sentimenti potenti: il disperato desiderio di avere un figlio, il dolore di vedere quella speranza portata via per sempre, sentimenti che, a mio avviso, le hanno impedito di realizzare davvero come sarebbe diventato il mondo da lei stessa ideato. Serena, personaggio che diventa centrale in questa seconda stagione, è divisa tra il ligio rispetto delle regole che lei stessa ha contribuito a imporre e la consapevolezza di aver creato un modo cupo e ostile per quelle bambine, tanto desiderate, che ora sono figlie di Gilead e il cui futuro si prospetta una prigione… Serena è sempre stata una donna forte, che amava il suo lavoro e che, in questa seconda stagione, dopo aver riassaporato brevemente quella gioia se la vedrà strappata via da un marito crudele, violento e prevaricatore a cui lei stessa ha dato questo potere! Serena avrà la possibilità di porre rimedio agli errori del passato?

Difred, d’altro canto, è lacerata da due sentimenti opposti. Da un lato il disperato desiderio di fuggire, per poter dare un futuro felice a lei e alla creatura che porta in grembo, dall’altro il rifiuto di abbandonare quella figlia che si trova da qualche parte a Gilead, affidata ad estranei e che, forse, non si ricorda già più di lei. Anche sentimentalmente parlando la donna è combattuta dall’amore per il marito, che si trova al sicuro in Canada e dall’amore per Nick. Un amore nato in circostante disperate, un amore che sembra non avere speranza e che, forse per questo, è ancora più forte.
Altri protagonisti indiscussi di questa stagione sono Emily/Dijoseph e Luke. Emily (scienziata e lesbica, il simbolo di tutto ciò che Gilead teme e disprezza maggiormente) è stata mandata nelle Colonie, veri e propri campi di lavoro (molto simili ai campi di concentramento) dove le donne sono costrette a lavorare fino a morire ed è così che vediamo come Gilead tratta le donne che combattono, che si oppongono troppo pubblicamente al suo regime disumano. Qui Emily mostrerà tutta la sua forza e la sua disperazione grazie alla straordinaria interpretazione di Alexis Bledel. La donna tornerà a Gilead dopo che un grande atto di rivolta porta alla morte di numerose ancelle e verrà affidata al Comandante Lawrence che si rivelerà un personaggio interessante e su cui spero ci si soffermerà maggiormente nella terza stagione.
Luke… onestamente non mi piace come personaggio. È al sicuro in Canada mentre sua moglie e sua figlia sono prigioniere di Gilead ma, mentre June lotta con tutta se stessa, dimostrando una forza incredibile, Luke non fa nulla. Si limita a far pubblicare le lettere che Nick riesce a fargli avere mettendo a repentaglio la sua vita a Gilead. È sempre Nick a lottare per la vita di June per poter avere un futuro con lei e con il bambino che porta in grembo. Tuttavia, le scene con protagonista Luke, servono a far avere allo spettatore una visione più completa del mondo oltre Gilead mostrando come il Canada, con cui Gilead cerca di riallacciare dei rapporti commerciali, alla fine manterrà l’embargo verso il nuovo stato. Spero che, nella prossima stagione, venga approfondito questo aspetto e che si spieghi perché, ad esempio, l’ONU non intervenga in alcun modo contro Gilead… adesso che le testimonianze di diverse ancelle sono state pubblicate, mi aspetto che qualcosa cambi, che qualcuno, dall’esterno, faccia qualcosa.

Difred/June affronterà un lungo percorso che la porterà da essere una vittima impotente di un sistema crudele a decidere di sacrificare qualsiasi cosa pur di opporvisi. La scena finale, pur con tutta la sua forza, mi ha fatto un po’ storcere il naso, mi è sembrata un po’ una forzatura da parte degli autori che, non sapendo come portare avanti la storia altrimenti, hanno scelto per questa opzione.
The Handsmaid’s Tale si riconferma una serie di livello con un magnifico cast, un messaggio potente, ottima fotografia e una protagonista che buca lo schermo. Elisabeth Moss, Yvonne Strahovski e Alexis Bledel sono meravigliosamente brave.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

June è in fuga con suo figlio, ha finalmente la possibilità di essere davvero libera, eppure, in una scena estremamente potente ma che mi ha fatto anche cadere le braccia, sceglie di tornare a Gilead per aiutare le altre ancelle e Serena a combattere. Era davvero questo l’unico modo?
June non avrebbe potuto lottare contro Gilead anche dall’esterno? Già una volta, nel corso di questa stagione, June è stata un passo dalla libertà e vi ha rinunciato per cercare la figlia, Hanna, avuta dal marito Luke. Se adesso la catturano, dopo che ha portato via uno dei “bambini di Gilead” il suo destino sarà quasi certamente la morte e allora che senso avrà avuto tutto quanto?
Se fosse fuggita avrebbe potuto mettersi in contatto con la Resistenza o comunque con coloro con cui lavora Nick che, magari, avrebbero potuto aiutarla a tornare a Gilead sotto mentite spoglie… Considerando anche il comportamento disumano tenuto da Waterford in questa stagione non riesco proprio a immaginare come June possa sopravvivere e venir reinserita nella famiglia Waterford… Spero solo che gli sceneggiatori abbiano ponderato bene questa scelta e che la decisione di June non si riveli unicamente una pazzia dettata dalla furia e senza un qualche piano dietro.

The Handsmaid’s Tale continua a colpirmi per la potenza della sua storia e per la straordinaria bravura del cast, non mancano i colpi di scena e immagini di forte impatto emotivo che spingono lo spettatore a indignarsi e a fare il tifo per loro: le donne di The Handmaid’s Tale. Sono davvero curiosa di vedere la terza stagione.

NELLA STAGIONE PRECEDENTE DI THE HANDMAID’S TALE
STAGIONE 1

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4 Comments
  • Wesley
    3 Aprile, 2019

    Perchè è tornata indietro?? Perchè?????
    Scusa, non ho aggiunto riferimenti per non spoilerare ma ho ancora il nervoso e volevo condividere!

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      9 Aprile, 2019

      Anche a me sono cadute le braccia!!! Ok il motivo l’ho capito… però poteva continuare a combattere FUORI da Gilead e che cavolo! L’ho trovata una scelta forzata degli sceneggiatori e decisamente “out of character”….

  • Francesca D.
    7 Aprile, 2019

    Ne sento parlare tantissimo ultimamente di questa serie e tutti pareri positivissimi, credo che proverà a vedere un paio di episodi. Non ho letto la recensione perché è della seconda serie, ti posso solo chiedere quanto è cruda come visione?

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