recensione al racconto: Col nostro sangue hanno dipinto il cielo

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Salve a tutti,
oggi vi parliamo del racconto “Col nostro sangue hanno dipinto il cielodi Eleonora C. Caruso pubblicato su Speechless Books.

Eleonora ci trascina nel Giappone odierno e ci presenta Shun… fragile, solido, vero.

col nostro sangue hanno dipinto il cielo-le tazzine di yoko

Col nostro sangue hanno dipinto il cielo

Eleonora C. Caruso
pubblicato su Speechless Books

TRAMA
Shun ha 25 anni e vive in una Tokyo vanesia e spersonalizzata. Shun è un host, uno degli accompagnatori più richiesti del Parfume, locale frequentato da uomini e donne, giovani e non, in cerca di affetto, comprensione e una parvenza di amore. Shun finge di amare le proprie clienti, e loro pagano per questa illusione. L’incontro con il giovane Toru potrebbe cambiare la sua vita, ma Shun è stanco e la sua storia, per sua stessa ammissione, è una di quelle nelle quali non aveva perso niente né imparato niente. “La maggior parte delle storie finisce così”. La Tokyo di Eleonora Caruso è malinconica e affascinante nella sua crudezza, e rappresenta con disincanto e cinismo l’immaginario pop giovanile.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Cinque tazzine tondissime.
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Shun è un host, un ragazzo che, per lavoro, non vende il suo corpo ma intrattiene le clienti del locale dove lavora. Shun è un mezzo sangue, una delle sue nonne era francese e da lei il ragazzo ha ereditato due splendidi e rari occhi azzurri. Proprio queste caratteristiche occidentali lo rendono uno degli host più richiesti del locale dove lavora.

Il tema degli host, trattato in maniera “allegra” e forse un po’ superficiale nel manga Host Club viene trattato con profondità, crudezza e realismo dall’autrice. giornale host-le tazzine di yokoGli host vendono sogni alle loro clienti, regalano loro l’illusione di quell’amore romantico che le ragazze desiderano, un corteggiamento infinito dove “vince” l’host che riesce a convincere le sue clienti ad acquistare gli alcolici più costosi del locale. Le clienti arrivano a scambiare le illusioni che gli host vendono loro con la realtà come Yuri, una cliente di Shun che arriva a togliersi la vita, lasciandogli una lettera.

L’autrice non ha paura a svelarci i retroscena di questo mondo solo apparentemente patinato che nasconde solitudini profonde e tanta, tanta disperazione.

Per cosa ti pagano?”
“Soltanto per parlare. Corteggiarle o ascoltarle o consolarle… essere gentile, insomma. Le cose che non si aspettano dagli altri uomini. Pagano per sentirsi amate e io fingo di amarle.”

La solitudine profonda di queste ragazze, colpisce dritta nello stomaco il lettore che vorrebbe chiudere gli occhi pensare “è solo un racconto, queste cose non succedono davvero”. Il punto, invece, è proprio questo, il racconto di Eleonora è fin troppo vero, fin troppo attuale in un mondo dove i rapporti umani sono troppo spesso sottovalutati o sostituiti dall’interazione tramite internet.

Shun è di fronte a un bivio nella propria vita, a soli venticinque anni è già troppo vecchio per lavorare come host e il continuo bere sta logorando il suo fisico, che si sta riempiendo di ulcere, non ci sono molte strade percorribili per i ragazzi come lui. Non potrà continuare a fare l’host per sempre e, tuttavia, alla sua età non c’è altro che lui sappia fare. L’amicizia che comincia a legare Shun a Toru sembra un filo esile gettato sopra un baratro, sarà sufficiente a salvare Shun? Ma lui vorrà essere salvato?

Un racconto che ti graffia l’anima: da leggere, assolutamente.