Recensione a “C’era una volta a… Hollywood”


Buon giorno cuplovers, oggi vi parlo del nono film di Quentin Tarantino “C’era una volta a… Hollywood”.
Un cast d’eccezione per narrare l’amore di Tarantino per il cinema e la nostalgia per la sua età dell’oro, forse perduta ma non dimenticata.

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C’era una volta a… Hollywood 

(Once upon a time in… Hollywood)
Regia di Quentin Tarantino
Durata 161 minuti
Il mio voto è di

Quando ho varcato le porte del cinema per andare a vedere C’era una volta a… Hollywood non sapevo bene cosa aspettarmi, lo confesso. C’era una volta a… Hollywood conduce lo spettatore dietro le quinte del cinema grazie a Rick Dalton (Leonardo Di Caprio) attore in crisi e la sua controfigura Cliff Booth (Brad Pitt) i due lavorano assieme da tanti anni e, ormai, più che colleghi sono amici, partner, una vera e propria famiglia anche se, a fine lavoro, Rick si reca nella sua villa hollywoodiana e Cliff nella sua roulotte con l’unica compagnia della sua fedele cagnolina, una rottweiler a cui la nostra controfigura propina cibo in scatola dall’aria assai poco appetitoso.
Rick è un attore in crisi ma non finito, insegue ancora la gloria e la va a cercare oltreoceano proprio in Italia, con gli spaghetti western ma, al contempo, si prepara anche al proprio, inevitabile, tramonto.

Tarantino mostra allo spettatore l’età d’oro del cinema non tanto tramite gli alti e i bassi di Rick ma quanto tramite la vita della bella Sharon Tate, astro nascente del cinema. Lei e il marito, Roman Polanski, sono gli ospiti d’onore di feste in piscina e party esclusivi, vivono, insomma, il sogno hollywoodiano. È il cinema dentro il cinema rappresentato alla perfezione quando una giovane ed elettrizzata Sharon Tate si reca a vedere il suo film e sullo schermo vediamo apparire la vera Sharon.
Il film non manca di scene divertenti ad esempio quella dove Cliff affronta Bruce Lee riuscendo a mandarlo al tappeto o quando Di Dalton recita con una bambina ed è costretto a gettarla a terra.
Mentre Rick lotta per rimanere a galla il film sembra andare verso l’inevitabile conclusione ed è così che Cliff incontra una ragazza dall’aspetto innocuo che lo condurrà tra i seguaci di Manson in un mondo che sembra lontano anni luce da quello di Hollywood e che, fin dall’inizio, allo spettatore sembra che nasconda qualcosa…
Il luogo dove vivono i seguaci di Manson è squallido e sembra che abbiano scelto un posto così isolato apposta, le donne che ci abitano sono immotivatamente ostili nei confronti di Cliff e anche il fatto che siano quasi tutte donne e ben pochi uomini è sospetto. Visto quello che succederà è evidente che queste persone erano completamente asservite a Manson ma, come egli riuscisse a tenerle sotto controllo, non viene approfondito dal film. Mi aspettavo che la figura di Manson spiccasse un po’ di più, invece rimane completamente nell’ombra, peccato perché avrei trovato interessante un approfondimento in tal senso.
Il finale non è quello che mi aspettavo e temevo: mi ha sorpreso molto.

“- Bruce Lee: Le mie mani sono registrate come armi letali. Se scoppia una rissa e io non volendo ti uccido, finisco in carcere.
– Cliff Booth: Chiunque non volendo uccide qualcun altro va a finire in carcere: è omicidio colposo.”

Sono andata al cinema con una buona dose di curiosità, non sapevo cosa aspettarmi ma, nel complesso, il film mi è piaciuto mi ha trasportato nell’età dell’oro di Hollywood, per cui è riuscito a farmi provare una certa nostalgia, gli attori mi sono piaciuti molto, nel complesso le oltre due ore di film scorrono che è un piacere. Di Caprio e Pitt sono più che convincenti nei loro ruoli, li ho adorati entrambi, peccato che la Robbie abbia avuto, complessivamente, poco spazio. La passione per il cinema di Tarantino traspare con tutta la sua forza da questa pellicola così come il suo desiderio di salvare quella che, per lui, ne è la musa. Ed è così che Tarantino, grazie al potere del cinema, cambia la storia regalando agli spettatori un finale decisamente più lieto. Il sangue tanto amato da Tarantino qui, per fortuna, è ridotto al minimo e la scena del lanciafiamme non potrà che lasciare giustamente esaltato lo spettatore.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Ammetto di non essere informatissima sui tristi fatti che portarono alla morte di Sharon Tate ma, prima di andare a vedere il film, mi sono informata, quindi, quando i seguaci di Manson hanno fatto la loro apparizione ero pronta ad assistere al peggio ed è qui che Tarantino stupisce.
Il regista infatti, trasforma Cliff e Rick in due eroi che, a causa della vicinanza della loro villa con quella di Polanski, diventano le vittime designate dei seguaci di Manson.
Così la banda di folli si trova ad affrontare uno stuntman avvezzo a prendere a pugni gli altri e un attore armato di lanciafiamme. La scena del lanciafiamme ha qualcosa di epico, con Rick che prima si prende un discreto infarto ritrovandosi nella piscina una pazza con un coltello in mano, poi, apparentemente, scappa per tornare con il lanciafiamme (ricordo di un vecchio film) e fare, letteralmente, flambé la malcapitata.

Tarantino regala così alla sventurata Sharon Tate un meritato lieto fine mentre Rick Dalton sembra trovare finalmente il modo di fare amicizia con quelle persone che sono in grado di aprirgli nuovi orizzonti lavorativi.

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2 Comments
  • Lara Milano
    2 Ottobre, 2019

    Chiari dalle tue parole risulta un film insolito, certo, ma curioso… e da vedere! 😉 Non ho letto gli spoiler proprio perché seguirò il tuo consiglio… ma per ora mi hau convinta =)

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      2 Ottobre, 2019

      Mi fa piacere Lara ^_^ anche se non è il mio solito genere di film, devo dire che mi è piaciuto!

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