Blog tour dedicato a “Se potessi ti cancellerei” di Francesca Baldacci

Buon giorno cuplovers 🙂
Oggi ospitiamo la terza tappa del bt dedicato a “Se potessi ti cancellerei” di Francesca Baldacci, un romance che sono davvero curiosa di leggere e che promette di essere una commedia romantica davvero scoppiettante. Nella nostra tappa potrete leggere alcuni estratti del romanzo… curiosi?

nel piattino abbiamo: love story 01 - compulsivamente lettrice - 6 ciambella romance sul blog letterario de le tazzine di yoko / contemporaneo 01 - compulsivamente lettrice - 8 torta contemporanei sul blog letterario de le tazzine di yoko

Se potessi ti cancellerei

Francesca Baldacci
Edito da goWare (28 novembre 2018)
Pagine 264
€ 13,99 cartaceo – € 6,99 ebook
amzn-amazon-stock-logolink diretto all’acquisto cartaceo
link diretto all’acquisto ebook

TRAMA DELL’EDITORE
Virginia Morelli, Ginny per gli amici, alias “Miss Sorriso”, è da decenni la scrittrice italiana di romanzi rosa più amata dal grande pubblico. Stefano De Foschi, alias “lo Squalo”, critico televisivo molto quotato e seguito, è tra i suoi detrattori numero uno: non perde occasione per stroncare con crudeltà tutti i suoi romanzi. Tanta acredine, però, nasconde qualcosa: Ginny e Stefano sono stati compagni di scuola al liceo, tra i due c’è stata una storia d’amore e odio che è rimasta loro nel cuore, malgrado entrambi siano sentimentalmente impegnati.Il set del programma “Nero Shocking”, condotto da Stefano, li vedrà di nuovo faccia a faccia, riattizzando un fuoco mai spento e il ricordo dell’estate nel villaggio turistico di Lignano Sabbiadoro, che li ha visti adolescenti insieme, li riporterà a sognare.

ESTRATTI

Ti ho vista con quel tipo… Alessandro, mi pare si chiamasse. Vero?»
«Pettegolo. Impiccione. Mi spii?»
«Non hai fatto proprio nulla, per nasconderti. Anzi, avevo l’impressione che volessi mostrarti a tutti, con quel tipo.»
Insolente! Che voglia di prenderlo a schiaffi. Virginia si trattenne a fatica.
Poi si accorse dello sguardo di lui sul cuore che aveva appena disegnato sulla sabbia. Troppo tardi per cancellarlo.
«E questo? Cos’è?»
«Non lo vedi? È un cuore.»
«Vuoto. Manca il tuo nome. E quello dell’innamorato di turno. Povera Ginny, rimasta sola…»
Sul suo viso si disegnava il riverbero del sole, che le accendeva le guance. Suo malgrado Virginia sentì un lungo brivido percorrerle la schiena. Tipo scossa elettrica violenta. E altro ancora. Conosceva queste sensazioni, il battito accelerato del cuore, che sentiva perfino nelle dita. E le gambe che le tremavano.
«Non… non sono rimasta sola. Non c’entra un accidenti. Insomma, mi era venuta l’idea per un nuovo romanzo e…»
Lui le sorrise, assunse il tono ironico di sempre. La malinconia era scomparsa.
«Non le racconti bene le bugie, sai tesoro?»
«Non sono il tuo tesoro. Piantala.»
«E non sei nemmeno capace di pungere, povera prima della classe, povera scrittora. Rimpiangi quel che poteva essere e non è stato tra noi, ecco la verità. Magari un giorno potrei anche pensarci. In università ci incontreremo, no? Bene, cercami. Magari potrei concederti un po’ del mio tempo.»
Chissà cosa mai lo spingeva a essere tanto antipatico con lei: aveva paura di darsi una risposta sensata. Forse aveva a che fare con quei treni di cui parlava il nonno: treni che perdeva, a quel punto, di proposito, perché aveva una dannata fifa di salirci sopra.
«Non ci tengo. Te l’ho detto e te lo ripeto» ribadì Virginia con la voce che le tremava per la rabbia. Non voleva farsi sopraffare dall’emozione. E quando le capitava finiva con il diventare arrogante e quasi aggressiva. Gli occhi le bruciavano, perfino. In barba al tramonto romantico, alla luce rossastra nel mare e simili sdolcinatezze.
«Ma davvero?»
Ancora quel tono sarcastico. Adesso lo avrebbe sistemato lei!
«Già. Vuoi che te lo dica a chiare lettere? Benissimo, lo farò.»
Aveva una luce quasi minacciosa nello sguardo.

Rimase stretta a lui. Le sue mani le percorrevano dolcemente le spalle, poteva sentire le sue labbra contro i capelli, e inebriarsi di quel contatto. Tanto che le mancava quasi il fiato per l’emozione.
Quando si ritrovarono sulla spiaggia, poco dopo, Stefano levò i sandali, arrotolò i jeans, affondò i piedi nella sabbia.
«Così sto benissimo. Che gran senso di libertà dà il mare. Hai notato?»
«Sì. Soprattutto la sera. E sembra quasi che ti protegga. Che custodisca i tuoi segreti.»
Stefano si volse verso di lei: «Questa l’hai pescata da uno dei tuoi romanzi?».
«Gnè gnè. Sempre a polemizzare. Guarda che i miei romanzi son pur sempre farina del mio sacco, sai?»
«Sì che lo so. E smettila di alzare la guardia.»
Virginia alzò le mani, sorridendo, e fingendo di picchiarlo, ma lui le afferrò il braccio al volo, piegandoglielo dietro la schiena e avvicinandola a sé.
«Ecco fatto. Adesso vediamo come fai a liberarti.»
«E se io non avessi voglia di liberarmi?» gli disse in un soffio.
Stefano sussultò. Ma chi mai si aspettava una simile risposta? Gli mancò quasi il fiato.
Allentò la presa pian piano, avvicinò le sue labbra a quelle di lei, e fu allora che, rapidamente, Virginia sgusciò fuori dalla stretta, per scappare.
«Hai visto che ce l’ho fatta?»
«Sei sempre la solita furbetta.»
«Sempre? Che cosa vorresti dire con questo? Sbruffone!»
Ginny iniziò a correre, ma con i sandali sulla sabbia, non era facile. E non era in grado di tenere lo stesso passo di Stefano.
A lui fu facile raggiungerla.
«Mi hai presa solo perché portavo le scarpe, ecco tutto» si giustificò Virginia.
«Tutte scuse. Non hai il ritmo. Eh! L’età!»
«L’età un corno. L’età ce l’hai anche tu. Dimentichi che sei più vecchio di me, e di un anno e mezzo anche?»
«Ma io mi tengo in forma. Vado in palestra ogni giorno.»
«Ha parlato superman. Vai in palestra ogni giorno, magari anche in piscina, e la mattina fai anche una corsetta nel parco sotto casa, eh? Sì, se no come faresti a soddisfare la tua bella Ariannina?»
Stefano si trattenne dal darle una rispostaccia tosta. Che Ginny non fosse un tipetto facile lo sapeva da almeno quarant’anni, d’altra parte. Eppure continuava a cercarla.
«Io ti…»
«Tu, cosa? Non vorrai mica picchiarmi.»
«Veramente avevo un’altra idea» le disse avvicinandosi.
«Ma guarda!»
La voce di Virginia si spezzò in una specie di rauco gorgoglio. E che diavolo. Ma che cosa le succedeva? Possibile che Stefano sapesse toccarle sempre quei suoi tasti segreti, del cuore e dell’anima? Possibile che di fronte a lui si sentisse sempre la stessa liceale di allora?
Con un cielo così, poi.
Maledetta nostalgia. Canaglia e altro ancora. Con la luna – eh, sì, perché adesso la luna c’era proprio, in tutta la sua sfolgorante, argentata e, appunto, canagliesca bellezza – le stelle e il profumo del mare in sottofondo, a solleticare i suoi sensi.
«Ginny…» bisbigliò Stefano.
Virginia non rispose. Incrociò le braccia sul petto, poi lo guardò biecamente. Al tempo stesso, chissà come, le venne un gran magone. Di quelli che ti bloccano la gola e impediscono perfino i movimenti.
Gli voltò dunque le spalle – giusto per non mostrargli gli occhi luccicanti di lacrime, ignorò i restanti richiami del mare, della luna argentata, densi di nostalgie canaglie degli anni passati – e guadagnò l’uscita sulla strada.
Il Villaggio Le Soleil non era tanto lontano dal Reflux, lo avrebbe raggiunto a piedi in una decina di minuti.
Era salva: anche perché lui non la rincorse affatto, come lei aveva temuto, o sperato.

Spero che questi due estratti vi abbiano incuriosito!
Io già non vedo l’ora di leggerlo. Sembra un romance davvero promettente non trovate?